Salpare in direzione Spagna, visitare la Catalogna e percorrere le sue strade del vino, fermarsi a Barcellona e poi fare rotta verso Sud alla scoperta delle vibranti bollicine del Cava, il grande spumante della penisola iberica.
Con Grimaldi Lines è possibile, imbarcando comodamente la propria auto a bordo di navi Cruise Ferry di ultima generazione. Da Civitavecchia si raggiunge il porto di Barcellona e da qui – dopo aver dedicato tempo alla città – si parte alla volta di cantine e vigneti. Sono dodici le denominazioni d’origine della Catalogna che vanta una superficie vitata di più di 65mila ettari, dalla costa mediterranea alle montagne dell’entroterra, con circa 300 cantine ed oltre 380milioni di bottiglie prodotte ogni anno. Non sorprende dunque che l’Ente del Turismo della Catalunya abbia messo a punto un itinerario on the road che attraversa il sud della regione, da Barcellona fino al Parco Naturale del Delta dell’Ebro, passando per le più importanti DO Catalane.
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Un viaggio non solo di vino, ma anche di arte e cultura, storia e un paesaggio naturale di rara bellezza che inizia con il Penedès, la regione con la maggiore produzione vinicola della Catalogna. Le prime tracce di uva coltivata risalgono al VII secolo a.C., lo attesta il sito preistorico di Font de la Canya, ad Avinyonet, dove sono stati trovati alcuni reperti, fra cui acini d’uva. Il Penedès è la regione del Cava, lo spumante più famoso della Spagna, quello che gli inglesi chiamavano “The spanish Champagne”, e che, dal 7 al 9 ottobre, viene celebrato nel Cavatast, il festival che porta nella cittadina di Sant Sadurni d’Anoia gli amanti del Cava da tutto il mondo.
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La storia di questo vino risale alla seconda metà dell’Ottocento, fu dapprima Luis Justo y Villanueva, direttore dell’Istituto Agrario di Sant’Isidro, a produrre per primo nel 1851 con metodo classico uno spumante utilizzando le stesse uve dello Champagne. Fu poi Josep Raventós Fatjó, qualche anno più tardi, nel 1872, a utilizzare le uve locali e la tecnica della seconda fermentazione in bottiglia. Nacquero così le prime 3000 bottiglie di Cava. La sua fortuna fu la diffusione della filossera, il parassita che devastò le vigne francesi danneggiando la produzione del già blasonato Champagne.
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Il disciplinare di produzione del Cava prevede l’uso di uve autoctone del Penedès come le uve Macabeu, Parellada e Xarel·lo. Oggi è autorizzato anche l’uso di altre uve bianche come lo Chardonnay e il Malvasia, oppure uve rosse per la variante rosé come Garnatxa tinta, Monastrell, Pinot noir e Trepat. Il risultato è un vino dal perlage brioso, bianco o rosé. La classificazione prevede tre tipologie: Cava, con un minimo di 9 mesi sui lieviti, Cava Reserva, con almeno 15 mesi di permanenza sui lieviti, Cava Gran Reserva, con oltre 30 mesi sui lieviti. Il 75% della produzione è concentrata nella zona di Sant Sadurní d’Anoia, considerata la capitale del Cava, dove convivono oggi cantine storiche e nuove realtà: tra le altre Casa Recaredo, Casa Gramona, Casa Llopart, Casa Juvé & Camps e Casa Raventós i Blanc.
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A Sant Sadurní d’Anoia si trova anche Casa Codorníu, la cantina di Josep Raventós Fatjó, che è monumento nazionale: la sua storia risale al XVI secolo, sebbene si presenti oggi nel tipico stile modernista catalano su progetto dell’architetto Josep Puig i Cadafalch che la ridisegnò tra il 1902 e il 1912. È una delle più antiche di tutta la Penisola Iberica, tappa imperdibile con i suoi quasi trenta chilometri di corridoi sotterranei dove riposano le bottiglie di diverse annate. L’offerta turistica nella regione è davvero ricca: tour in bicicletta, Segway tra i vigneti, degustazione di vini, pranzi tra filari. Per godersi lo spettacolo dall’alto si può scegliere tra un giro in elicottero e un volo in mongolfiera per scivolare slow sopra immense distese di vigneti. A Vilafranca del Penedès è da visitare Vinseum, il Museo della cultura del vino, con enoteca annessa: per approfondire la storia della cultura enologica catalana.
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Foto di copertina By Àngela Llop – Own work, CC BY-SA 4.0,