Vini naturali e bio tra Nord e Sud della longevità e della cucina di Mario Avallone.
Un tavolo unico, naturalmente predisposto all’incontro, per parlare dei vini e della filosofia aziendale. Di vita e di percorsi. La svolta biologica di 30 anni, tra le prime aziende delle Langhe, per Campato e i nuovi vini dell’istrionico architetto artigiano del vino l, per il lucano Camerlengo. Così la serata d martedì 26 settembre da “Kuokomercante” Mario Avallone. Lui snocciola le sue preparazioni, sempre incentrate su una materia prima che da sola parla, e i produttori Sara Drocco e Antonio Cascarano si raccontano accompagnati dalle mie domande. Due vini a confronto su una stessa preparazione. La ricotta al pesto di basilico, piuttosto che la formaggella di latte di bufala con pestato di pomodori secchi e basilico, e il Dolcetto di Diano d’Alba, profumato e poliedrico, o il gastronomico rifermentato in bottiglia Jinette. Tanto originale quanto efficace.
La “altalena di settembre”, per la serie degli incontri “Coordinate del gusto”, è proseguita con il risotto di Carnaroli con zucca, ventresca di tonno e olive taggiasche essiccate. Ben riuscito l’accostamento di Juiell, il rosato da aglianico del Vulture della azienda di Rapolla ma anche del Langhe Rosso di Camparo. Sara Drocco racconta la scelta di aderenza ad uno stile classico di lavorazione che privilegia la esaltazione del frutto e del terroir: le colline tra Diano D’Alba, La Morra e Grinzane Cavour e i terreni a impasto misto con inserti silicei e marnosi.
Si è concluso con il Barolo 2019 di Camparo, assemblaggio classico delle tre vigne, e con il poderoso Camerlengo 2016 della azienda di Cascarano, artigiano senza compromessi, interprete al naturale del grande vitigno vulturino. Sua, la Jeroboam dello stesso vino, annata 2006, che parla di un vino integro, un bicchiere profondo, ricco di rimandi cinerei e iodati, con il quale, insieme al Barolo Boiolo 2016 proposta da Camparo, si è chiusa la serata.