La Reggia di Venaria, storica residenza sabauda e capolavoro di architettura alle porte di Torino, ospita domani sera, 30 ottobre, la presentazione del Calendario Di Meo 2022 “Napoli – Torino: Capitali si nasce”, promosso e realizzato dall’Associazione Culturale “Di Meo vini ad arte” presieduta da Generoso Di Meo.
Arte, cultura, architettura, fotografia d’autore definiscono i contorni di un progetto ambizioso che vede la partecipazione e il contributo di critici, storici, accademici, scrittori e registi.
Non un semplice calendario, ma un lavoro complesso che ogni anno celebra, in un immaginario Grand Tour, le capitali di mezzo mondo per indagare il loro legame con Napoli.
Quest’anno il prestigioso lunario, giunto alla sua ventesima edizione, rende omaggio a Torino, da sempre crocevia della cultura artistica italiana.
<Ho scelto Torino capitale del Regno Sabaudo, la cui politica fu decisiva per la nascita della moderna nazione italiana, e per il successo degli ideali Risorgimentali, in quanto mai come in questo periodo mi appare necessario tornare a riflettere sui principi fondanti e sulla storia del nostro Paese, per ritrovare le ragioni in parte appannate di unità e per riuscire a reagire alle angosce del presente>, spiega Generoso Di Meo, Presidente dell’Associazione Di Meo Vini ad Arte.
Le foto di Massimo Listri (www.massimolistri.com) e il contributo critico di studiosi e di personaggi del mondo della cultura raccontano le più significative corrispondenze tra Napoli e Torino. Un parterre ricco e prestigioso, che coinvolge Alessandro Barbero, Giovanni De Luna, Angela Tecce, Maurizio de Giovanni, Evelina Christillin, Mario Martone, Fernando Mazzocca, Vittorio Del Tufo, Mario Epifani, Arabella Cifani, Pietro Passerin d’Entreves, Sergio Pace, Maria Gabriella di Savoia, Andreina Galleani d’Agliano.
Massimo Listri, con il suo sguardo, dona una luce inattesa alla città, restituendo nel Calendario tutta la forza narrativa del capoluogo piemontese, capitale di arte, cultura, dialogo tra le genti.
Di pagina in pagina sfilano i luoghi emblematici della città come la Palazzina da caccia di Stupinigi, il Castello del Valentino, la Sala del Senato di Palazzo Madama, il Castello di Rivoli, la Cappella della Sacra Sindone, i Bagni di Carlo Alberto al Castello di Racconigi riaperti proprio quest’anno al grande pubblico.
<C’è una storia importante che corre tra Napoli e Torino e il Calendario di Meo vuol essere occasione di riflessione e di approfondimento sui tanti punti che uniscono le due città. Dopo il 1860, caduti i Borbone e il loro Regno, Napoli perse la sua centralità: da capitale con ambasciatori di tutte le potenze europee, divenne una città italiana, con problemi enormi, e una limitata capacità di far sentire la propria voce. Anche Torino, nel 1864, con la decisione di trasferire la capitale a Firenze, si trovò a passare da centro della vita nazionale a città periferica, e a dover fronteggiare proteste molto violente, che culminarono nel mese di settembre con scontri in piazza Castello e ventotto morti. Un’altra possibile corrispondenza può essere individuata nella reazione a quel lungo periodo di allontanamento del nostro paese dalle radici europee e liberali da parte di due intellettuali, Gobetti e Croce, i quali, per vie diverse, arrivarono a identificare in una vera e propria “religione della libertà”, il fulcro della storia nazionale ed europea a cui bisognava tornare, per superare la lunga e dolorosa esperienza che portò l’Italia a subire prima la dittatura e poi il disastro della guerra>, precisa Di Meo.
Il senso generale di questa iniziativa e il suo significato più profondo risiedono nella ricerca di assonanze possenti o sottili tra le città, di legami talvolta importanti e altre volte inattesi, intessuti tra ambiti culturali differenti, per contribuire a una migliore conoscenza reciproca ed affermare l’importanza del dialogo tra i popoli e tra le diverse culture.
Ogni calendario è il risultato di un anno di studio, di ricerche, di incontri e di incredibili scoperte e ri-scoperte come il dipinto di Massimo d’Azeglio “Lo studio del pittore a Napoli”, conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, che fa da frontespizio al Calendario stigmatizzando con immediatezza e poesia quel gioco di corrispondenze tra Napoli e Torino.
La presentazione del Calendario, stampato in una tiratura limitata di 5000 copie, è ormai divenuto un appuntamento molto atteso a livello internazionale che ha toccato negli anni luoghi di prestigio come la Royal Academy of Arts di Londra, lo State Historical Museum di Mosca, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Kadiri Palace di Marrakech, il Royal Palace of Ajuda di Lisbon, il Çırağan Palace di Istanbul.
Quest’anno la Venaria Reale di Torino ospiterà l’evento e la celebrazione della ventesima edizione.
La storia del Calendario Di Meo sono vent’ anni di arte e vino. Tutto inizia per caso nel 2002 con la mostra “Fotografi in Cantina” realizzata dai fratelli Di Meo nella loro casa gentilizia e azienda vinicola a Salza Irpina (AV), una collettiva di fotografi chiamati a interpretare ad arte il mondo del vino. Da queste immagini nasce il Calendario Di Meo 2003, ma nulla avrebbe fatto presagire che sarebbe stato il primo di una lunga serie.
Arte e vino è da allora il binomio che guida il progetto a cui, negli anni, hanno partecipato tanti artisti, tra i quali Lello Esposito, Ivan Theimer, Alexander Creswell.
Info http://www.dimeoviniadarte.it/