Mettete una sera, anzi due, a cena. Nel cuore della Costiera Sorrentina, baciata da un clima inaspettatamente morbido, perfetto per scaldare facce e cuori dei partecipanti. A cucinare, un manipolo di indomiti cuochi-ristoratori, che perpetuano i concetti più sani della gastronomia italiana attraverso una storia famigliare resistente all’usura del tempo.
Premiate Trattorie Italiane
Intorno a loro, clienti affezionati e artigiani appassionati, compagni di scorribande e semplici curiosi, mix colorato e vitalissimo che ha riempito di contenuti e sorrisi le quarantotto ore del Gran Tour delle Premiate Trattorie Italiane consumato a inizio settimana. A suo tempo, si sono auto-battezzati così e il nome è rimasto. Nessuna presunzione di primato, piuttosto la certezza della propria identità, premiata – appunto – dalla soddisfazione crescente dei clienti, che sono poi i primi e veritieri giudici di quanto sta nel piatto e dell’atmosfera del locale.
Hanno cominciato in quattro: Federico Malinverno (La Crepa di Isola Dovarese, Cremona), Sergio Circella (La Brinca di Ne, Genova), Alberto Bettini (Amerigo 1934 a Savigno, Bologna) e Augustin Devetak (Locanda Devetak a San Michele del Carso, Gorizia). Oggi sono in diciassette, con due new entry, a rappresentare quasi per intero la cucina regionale italiana. Due anni di fermo-pandemia hanno rinsaldato i legami e fatto scaturire nuova idee, da condividere e celebrare nel Gran Tour organizzato da Mimmo De Gregorio, instancabile e vulcanico cuoco-proprietario de “Lo Stuzzichino” di Sant’Agata sui Due Golfi.
Mimmo è figlio d’arte: sessant’anni ai fornelli ancora non bastano al padre Paolo, cresciuto nelle cucine dell’hotel Tramontano insieme ad Alfonso Iaccarino. Lo trovate lì, dietro i fuochi, con l’immancabile bustina bianca di traverso sulla testa e un cucchiaio di legno in mano, chino a rimestare la salsa. A due passi c’è Filomena, sua moglie, che impasta e inforna. Una generazione di cuochi senza tempo, capaci di trasmettere sapienza e passione, se è vero che i figli – e ormai i figli dei figli – hanno saputo mandare a memoria i comandamenti culinari di famiglia e territorio per trasferirle nella cucina contemporanea.
Assomigliano un po’ tutte a quella della famiglia De Gregorio le storie delle Premiate Trattorie Italiane. Passaggi generazionali non sempre semplicissimi, ma fondamentali per affacciarsi nel futuro della cucina tradizionale, perché la tradizione altro non è che l’innovazione radicata nel tempo. Così, per due sere diciassette famiglie di osti&trattori hanno proposto i loro piatti del cuore nelle sale di Villa Angelina e dello Stuzzichino.
A confortare le fatiche, una giornata di mare con vista su Li Galli, tra i gamberetti del fiordo di Crapolla e i golosi spaghetti alla Nerano della Taverna del Capitano a Marina del Cantone. Difficile immaginare un modo migliore per celebrare il buono e il bello dell’Italia a tavola.