Scritto da 12:17 Appuntamenti, Napoli

Ischia Safari 2024: Il racconto della grande festa al Negombo

La serata del 16 settembre al Parco Termale Negombo ha chiuso in grande stile l’ottava edizione di Ischia Safari, trasformando l’isola verde in punto d’incontro dell’eccellenza enogastronomica mediterranea.

Nonostante il maltempo, migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo all’evento. Ogni angolo del parco termale pulsava di vita e profumi, mentre chef da tutta Italia offrivano le proprie proposte, condividendo storie e racconti attraverso i piatti. Tra chiacchiere con gli chef e brindisi con gli amici ecco le proposte che ci hanno colpito maggiormente.

Da Roma, Jacopo Mercuro di 180 Grammi Pizzeria Romana ha portato un omaggio al pollo coi peperoni romano. Una pasta choux fritta, non dolce con all’interno un succoso pulled chicken e un finto peperone, in realtà una fetta di anguria arrostita, accompagnata da erbe aromatiche e glassa di pomodoro fermentato. Un piatto che ha giocato con l’aspetto visivo e i contrasti di sapori.

Tra i lievitati da non dimenticare “l’americana” di Ciccio Vitiello, della pizzeria Cambia-Menti di San Leucio, Caserta, una pizza dal sapore esplosivo e dalla doppia consistenza, in padellino, all’interno un ripieno di parmigiana di melanzane, realizzata con i prodotti del suo orto. Consistenza crunch all’esterno e impasto estremamente leggero in perfetto equilibrio con il morbido ripieno interno. Una pizza che, nella sua semplicità, esaltava al massimo gli ingredienti.

Ciccio Vitiello

Interessante anche la proposta di Roberto Davanzo di Bob Alchimia a Spicchi di Montepaone, che ha osato con una focaccia con paprika, ‘nduja, carote e passion fruit. Un piatto coraggioso, un accostamento audace che ha colpito per l’armonia tra il piccante della ‘nduja e la dolcezza del passion fruit.

Tra i piatti che hanno lasciato il segno spicca “‘o pere e ‘o muss” reinterpretato in chiave marina realizzato dai fratelli Francesco e Fabio Vorraro, del ristorante Mamma Elena a Somma Vesuviana. Una versione inedita di un piatto popolare campano capace di sorprendere anche i palati più esigenti.

Chef Vorraro

Peppe Aversa del ristorante Il Buco di Sorrento ha conquistato con la sua “Seppia nell’orto”: una seppia grigliata, accompagnata da pomodori gialli, lamelle di peperoncini, confettura di limone e crostini croccanti. Un equilibrio perfetto tra freschezza, acidità e croccantezza.

Dalla stessa città, Domenico Tulliano del ristorante Hortus ha portato un piatto giocoso e aromatico, “Il cece e la lavanda”. Plin di ceci, accompagnati da un’aria di lavanda, la lavanda, spesso temuta in cucina per il suo aroma invasivo, qui si è rivelata un compagno di viaggio sorprendentemente delicato.

Domenico Tulliano

Il baccalà è stato tra i grandi protagonisti della serata in più versioni. Tra i piatti più riusciti, quello di Tommaso Santaniello del ristorante Terrazza Celè di Positano, che ha presentato un baccalà accompagnato da una maionese di sedano e pomodoro in tre cotture, valorizzando al massimo la delicatezza del pesce. Non da meno, Francesco Colantonio de La Scalinatella di Positano con il suo “Baccalà in Francia”, baccalà ripieno di mousseline di orata d’amo, salsa beurre blanc alla mandorla, totanetti, zucchine e gel di limone. Un’esplosione di sapori delicati e ben bilanciati.

Tra le sorprese della serata, il roll di pesce spada con parmigiana di melanzane e fondo di mosto di vin cotto dello chef Pasquale Palamaro, uno dei padroni di casa, del Ristorante Indaco, che ha saputo bilanciare perfettamente dolcezza e acidità, creando un piatto complesso ma equilibrato.

Pasquale Palamaro

Un altro colpo di genio è arrivato da Lino Scarallo di Palazzo Petrucci a Napoli, che con la sua semplicità ha lasciato il segno: una confettura di ragù servita su pane ai cereali, un omaggio alla grande tradizione partenopea.

Lino Scarallo

Mentre i piatti scorrevano, le bollicine non potevano mancare. Francesca Carannante ha presentato il suo nuovo Metodo Classico Extra Brut, un progetto ambizioso a base di Pinot Nero, dalla grande freschezza e finezza che si aggiunge alle altre due proposte dell’azienda, il Dosaggio zero e il Brut Rosè.

Francesca Carannante

Perfetti per accompagnare piatti ricchi come la carbonara e la genovese di Nino Di Costanzo di Daní Maison, le bollicine di Bersano, sia Arturo Brut che Brut Rosé. 

Carbonara di Nino Di Costanzo

Tra i vini assaggiati, non si può non menzionare il Metodo Charmat del Passerina Brut di Velenosi, che ha spiccato per la sua vivacità, e il nuovo Asprinio di Aversa Genus 369 presentato da Paolo Di Martino di Masseria Campito, che ha incantato con la sua freschezza minerale. I sommelier dell’AIS hanno poi guidato gli ospiti in un tour enologico attraverso la Campania e lungo lo Stivale.

L’ultimo abbinamento vino-cibo della serata è con un calice di rosso dell’azienda laziale Casale del Giglio, perfetto per accompagnare l’assaggio finale di suino nero casertano Gold di Sabatino Cillo, cotto alla brace e davvero gustoso.

La festa è poi proseguita in spiaggia tra cocktail d’autore e gin tonic con un finale a sorpresa, la temuta pioggia; che non ha però fermato la voglia di divertirsi e far festa e allora tutti nella zona al coperto con un dj d’eccezione Ivano Veccia.

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