«WINE O’CLOCK: 5 DOMANDE & 1 CALICE»
Arianna Porcelli Safonov è autrice, scrittrice, performer e tanto più: romana, corrosiva e dannatamente bella. Per Wine&Thecity a dicembre 2017 portò a Napoli, per la prima volta, la sua sferzante ironia con un monologo esilarante intorno al vino.
Ciao Arianna,
prima di farti le mie cinque-domande-cinque, ti offro un calice dall’enoteca Wine&TheCity. Abbiamo ogni vino ed etichetta: cosa preferisci?
Visto che in quanto a vino c’è dell’agonismo, ve ne chiedo due: la ribolla gialla di Gravner e una qualsiasi etichetta dell’irpina Cantina Giardino per onorare degnamente la Campania.
Dal teatro alla tv e la stampa fino a YouTube e Instagram andata e ritorno: ci racconti da cosa e con quali intenzioni sei partita e dove ti trovi o conti di arrivare?
Più semplicemente… dalla carta al resto. Il mio lavoro è partito e sempre partirà dal foglio di carta per poi trovare le strade di distribuzione, il più possibile libere da filtri e da consensi. Mi piacerebbe arrivare in un contesto culturale in cui finalmente poter vedere altre proposte satiriche piuttosto che di cabaret, mi piacerebbe arrivare in un contesto mediatico in cui si possa dire tutto senza temere di offendere nessuno.
Social live, monologhi, stand-up comedy o show tv come “Scappo dalla città”, il “Riding tristocomico”, “Madame Pipì” o “Fottuta campagna” e tant’altro: la tua satira sociale sa un po’ di femmina, un po’ di meridionale e un po’ di politically (s)correct. Ma… che hai in testa?
Se per femmina, intendiamo la femmina di questi tempi che si scaglia contro il maschio per farsi rimborsare dei danni subiti dagli avi, no: la mia satira è asessuata! Meridionale senza dubbio: perché si guarda al sud delle cose, quelle che non riusciamo a contenere dentro alla borghesia contemporanea. Politically (s)correct per forza, essendo satira. In testa ho il mio studio: c’è un tavolino, i trattopen di tutti i colori, le mille sfumature del popolo italiano, una sana allergia all’impianto mediatico nazionale e il senso dell’umorismo che mitiga il mio pessimo carattere. Quest’anno ci sarà un po’ di tutto: un libro, l’amatissimo live dove incontro il pubblico col quale ho instaurato un rapporto di congregazione clandestina, la tv perché mi cerca pur temendomi e l’esercizio di godermi il tempo libero nuotando e cucinando. Su quest’ultimo progetto dovrei investire di più perché è quello che traina gli altri.
Mi fai un mini-elenco dei tuoi buoni & cattivi? Tre gran simpatici, cazzuti, eroici e “promossi” e poi tre miserabili, furboni o coglioni e irrimediabilmente “bocciati”: se vuoi, puoi anche motivare con tre parole…
Buoni, cazzuti e dunque antipatici ma senz’altro socialmente utili: Antonio Rezza, Il professor Alessandro Orsini, la compagnia teatrale Carrozzeria Orfeo, Luciano Canfora, i Kula Shaker che stanno per uscire con il nuovo album e mi fanno tornare pischella. Furboni e tutto il resto: Gramellini, Gruber, Vespa e la maggior parte dei giornalisti che si prestano a tutto ciò che un giornalista integro dovrebbe ripudiare.
Facciamo quel test di nomi, verbi, città e aggettivi? Io ti dico un nome o una città e tu mi dici un verbo, un aggettivo o altro:
Napoli? …Saper rinascere.
Woody Allen? …Insuperabile e per questo oltraggiato.
Giorgia Meloni? …Il vero fascismo è altrove, ma Giorgia simpatizza. Sarebbe perfetta per dare nuova spinta al PD: peccato…
Volodymyr Zelensky? …Cabaret.
Il pairing è praticamente quella “moda” (scienza pura!) che vuole un vino abbinato alla pietanza che stai degustando: cosa mangeresti coi calici che hai scelto?
Con la ribolla, direi un risotto ai finferli. Con Cantina Giardino …dipende cosa scegliamo ma, se posso, in questo caso si potrebbe anche evitare il pairing e fare un “total wine”!
Ma grazie, Arianna: ailoviu!