Carlo Spina lascia il Veritas restaurant di Napoli. È di ieri la comunicazione ufficiale dello chef che ringrazia la proprietà e commenta semplicemente <<Per me è il momento di andare avanti>>. Dopo due anni e mezzo, una stella Michelin arrivata subito, il sodalizio con Stefano Giancotti il medico dentista, proprietario del ristorante, si chiude il 1 marzo. Classe 1974 Carlo Spina è un professionista di lungo corso, apprezzato e stimato da tanti. Il suo debutto come chef è nel 2005 al Radici della Riviera di Chiaia (dove resterà fino al 2011), il ristorante di Agostino Cacace che tra i primi ha segnato il cambio di rotta nella ristorazione napoletana proponendo una cucina finalmente contemporanea e innovativa.
Poi il passaggio a La Cantinella, quindi un anno al Mangiafoglia di via Carducci, altro concept innovativo, e l’incontro con i ragazzi del Babar dove è stato per tre anni executive chef elevando l’offerta dei bistrot cocktail bar del gruppo a Napoli e Barcellona. Nel 2021 l’approdo alla cucina del Veritas al Corso Vittorio Emanuele, dopo una parentesi al TrePiani di via Filangieri, qualche consulenza e la pandemia. Raccoglie la sfida di Giancotti, prende le redini del ristorante rimasto orfano , dopo 11 anni, di Gianluca d’Agostino stella Michelin dal 2016 (che intanto sta aprendo finalmente il suo nuovo locale in vico dei Sospiri) e in pochi giorni presenta il suo menu e la sua cucina concreta e creativa, sicuramente identitaria. La Guida Michelin gli riconosce una stella. Ma gli spazi del Veritas evidentemente gli vanno un po’ stretti. Ha voglia di guardare più lontano. Il suo Intenso mare, la mescafrancesca con ragù di crostacei cotti e crudi, salsa al basilico e plancton marino dovremmo dunque mangiarla altrove. Chissà dove.
Giornalista freelance dal 1998, per circa vent’anni ha scritto per le testate del gruppo Espresso La Repubblica e firmato articoli per i principali editori nazionali. Nel 2008 ha ideato Wine&TheCity, di cui è direttore creativo. Nel tempo libero continua a scrivere di viaggi, luoghi e storie singolari per Dove, Donna Moderna e altre testate.