Ci ha incuriosito il titolo del suo ultimo libro “Intrepide”, nato da un podcast e dedicato alle donne che lavorano e vivono nel mondo del vino.
Abbiamo intervistato per voi Laura Donadoni, giornalista professionista e wine educator, sommelier, Vinitaly International Ambassador ed unica donna italiana membro del prestigioso International Circle of Wine Writers di Londra. Laura è stata nominata tra i 40 under 40 più influenti del vino italiano secondo La Repubblica. Il suo podcast The Italian Wine Girl affronta temi di wine marketing e commenta notizie e dinamiche americane del settore del vino.
1) Quali sono stati i criteri con cui hai selezionato le donne del tuo libro? Nel panorama nazionale ce ne sono davvero tante che in qualche modo stanno contribuendo a dare una svolta nel settore. Le tue “12 Intrepide” cosa hanno più delle altre?
Ho selezionato sei donne iconiche, molto conosciute nel nostro settore, che però accettassero di raccontarsi in modo meno istituzionale, più intimo, rispondendo anche alle domande “scomode” sul loro percorso di vita. Se è vero che ci sono molte donne nel mondo del vino che possono essere definite intrepide, purtroppo non ce ne sono molte che hanno il coraggio di parlare pubblicamente di difficoltà e temi spinosi. E forse questo è proprio parte del problema: perché certi temi legati ai ruoli di genere sono ancora tabù nel nostro mondo?
Poi ho scelto altre 6 donne che lavorano nell’ambito vino, ma non sono produttrici, non sono a capo di cantine e non sono spesso alle luci della ribalta (anzi alcune sono proprio storie inedite di persone comuni). Questo perché ho voluto raccontare come ci si può letteralmente inventare una professione utile e necessaria senza per forza essere vignaiole, ma liberando creatività e potenziale inespresso. Ho scelto donne comuni in cui ognuno si può identificare proprio per iniziare a dare modelli di leadership femminile che fossero replicabili, non inarrivabili come la ricca nobildonna che eredita un impero e si mette a fare vino… il nostro settore conta tante donne comuni dalle storie incredibili di coraggio e determinazione, solo che nessuno le racconta e le giovani hanno invece proprio bisogno di ispirazione in tal senso.
E nel panorama internazionale: se dovessi segnalarne una su tutte, chi sarebbe?
Pensando al panorama internazionale spesso ci si rivolge a ovest, agli Stati Uniti o all’Europa del nord, ma ci sono continenti totalmente inesplorati dove la donna è spesso oggetto di gravi discriminazioni e abusi, eppure anche lì ci sono intrepide che non si arrendono, ne segnalo una in particolare: Sonal Holland. È stata la prima in assoluto a diventare Master of Wine in India e ha costruito da zero una delle più prestigiose accademie del vino d’oriente. Racconta il vino dalle basi a un popolo che lo sta conoscendo in questi anni, lo fa da donna emancipata in una nazione dove ancora i genitori combinano i matrimoni delle figlie che sono letteralmente schiave delle logiche patriarcali. Se non è intrepida lei…
Domanda personale: hai mai pensato di diventare produttrice?
Mio nonno, contadino mezzadro, produceva vino rustico sulle colline bergamasche. Ancora oggi mio padre e i miei zii coltivano per diletto le vigne e producono un vino rosso ruspante che mi ricorda tanto la mia infanzia. Non ho mai pensato di diventare produttrice perché conosco molto bene cosa implica, avendo raccontato così tanti vignaioli e vignaiole nella mia carriera. Per fare vino sincero e genuino, oltre alle competenze, ci vuole una vera e propria vocazione. Ti assorbe completamente, tu diventi il tuo territorio, la tua arte, non puoi farlo per hobby, se lo vuoi fare davvero, non per gioco o per investimento. La mia vocazione non è l’uva, sono le parole.
Ti salutiamo con un’ultima domanda: qual è il tuo vino del cuore?
Nel mio cuore non ci sono vini, ci sono le persone luminose che ho incontrato andando in cerca di vini sinceri. Non ce n’è una sola, ce ne sono tante, i loro vini mi aiutano a ricordare i momenti intensi passati insieme, ma non è il vino in sé a fare questa magia, a costruire ricordi, sono i luoghi e le persone. Potrei nominare i Campi Flegrei, Mamoiada, il Salento, le Eolie, la Costa degli Dei, in tutti questi luoghi ci sono memorie legate alle persone che lì producono vini, sono tutte nel mio cuore e quando apro una bottiglia che mi parla di loro è come averli con me, questa è la magia del vino che è tutto tranne che una bevanda.
Napoletana nel cuore e cittadina del mondo per scelta, eterna sognatrice. Curiosa di tutto ciò che mi circonda, amo viaggiare, cucinare, ma soprattutto mangiare!