di Simone Nicòtina
Partiamo decisi con uno spumante.
Per uscire fuori dai soliti schemi e stupirla (o stupirlo) andremo in Puglia, regione famosa non certo per i suoi spumanti ma forse a torto. La zona del foggiano, in particolare, sa regalare vere e proprie gemme nell’ambito dei vini spumanti.
E’ il caso di una giovanissima azienda di San Severo, Pisan Battel, che si sta rapidamente imponendo per la qualità dei suoi prodotti, con il vitigno Bombino bianco, tipico pugliese, che la fa da padrone con risultati davvero sorprendenti.
Il loro metodo classico Pisan Battel Pas Dosè 48 (il numero sta a significare i mesi di affinamento sui lieviti) viene via con meno di 30€ a bottiglia ed è un esempio di spumantizzazione di qualità al sud Italia. Colore scintillante, di un paglierino tenue dotato di un ricchissimo perlage molto fine e persistente, proprio come dovrebbe essere. Al naso si impongono subito i sentori di fiori gialli e frutta estiva con una nota appena percettibile di lievito. Al palato è avvolgente e fresco con una struttura forte e di carattere dal finale piacevolmente agrumato lungo e gradevolmente persistente. A San Valentino ci sta tutto su una bella selezione di ostriche.
A San Valentino bisogna stupire. Ecco perché dopo uno spumante “fuori rotta” non andremo a pescare un bianco in Trentino né in Friuli ma bensì nella splendida Liguria, terra vocatissima per i vini bianchi specialmente nella zone che confinano col nord della Toscana, nella Lunigiana.
Qui si trova una bellissima realtà produttiva: La Pietra del Focolare. Sperimentazione e tradizione convivono nell’attuale interpretazione sia del re di queste terre, il Vermentino, che di altri interessanti e meno conosciuti vitigni a bacca bianca come l’Albarola.
Il Colli di Luni Vermentino Anfora è più raro di un diamante, tanto per restare in tema. Pochissime centinaia di bottiglie l’anno vengono regalate al mercato a un prezzo ridicolo in confronto alla qualità del prodotto: circa 40€. Si tratta di un Vermentino con un piccolo saldo di Albarola che viene maturano in anfore di terracotta per circa 4 anni prima di essere imbottigliato.
Alla vista si presenta dorato e brillante con profumi evoluti di frutta invernale, camomilla e ginestra e tanti ricordi di macchia mediterranea con note iodate intense e sbuffi di aromi balsamici. Davvero complesso e interessante, con grande giovamento nell’apertura nel bicchiere per qualche minuto prima di assaggiarlo.
Come spesso accade a questo genere di vini è dotato anche di un leggero tannino, piacevolissimo, che lo arricchisce ulteriormente lasciando la bocca pulitissima. E’ perfetto con abbinamenti di cucina di mare più elaborati, come ad esempio una frittura di mare o un baccalà alla messinese.
Non so perché ma penso che a San Valentino voleranno rosati, quindi almeno uno fatevelo consigliare: Le Formelle Cirò rosato dell’azienda Caparra & Siciliani, storica realtà calabrese.
Questo rosato da Gaglioppo in purezza è un esempio di scuola di vino vincente per il rapporto qualità/prezzo. A un costo di meno di 10€ a bottiglia acquisterete un rosato di grandissima qualità, cosa già di per sé non facilissima, che si presenta nel bicchiere con un colore ramato splendente e un naso ricchissimo di frutti rossi e frutti di bosco, con note leggermente balsamiche e marine e grandissima suadenza. In bocca è davvero avvincente: avvolgente, sapido, succoso, invita ripetutamente al sorso e non stanca mai.
Strappa considerazioni da vino top e costa come un caffè e un cornetto in un buon bar di Milano. Assurdo. Intendo dire che è assurdo non averne a casa almeno una bottiglia sempre in fresco, pronta all’uso.
Con i rossi non si scherza. A San Valentino si tende a favorire la “frivolezza” di una cosiddetta bollicina o un bianco per accontentarla.
Errore.
Facciamo sentire un po’ di decisione e andiamo sulla sicurezza con qualcosa di importante e imponente.
Diamo segnali di personalità, scegliendo un bel Taurasi.
Il consiglio è sempre quello di uscire un po’ dal seminato e andare a cercare vini di qualità prodotti seriamente da aziende serie, portate avanti con capacità e senza inutili concessioni alle mode.
Posso ben dire ciò, a ragion più che veduta, dell’azienda Il Cortiglio, nata a Fontanarosa circa 20 anni fa dalla visione del Dott. Sergio Acampora ed oggi guidata magistralmente e con passione dal figlio Francesco.
Qui, nell’Irpinia più vera e pura, producono un Taurasi di cui affermo con fermezza che rappresenta una garanzia di qualità e uno degli esempi più chiari e utili per capire quali siano le potenzialità dell’Aglianico, semmai ce ne fosse ancora bisogno.
Alla vista colpisce immediatamente per il suo colore rosso rubino intenso, con sfumature granate.
Al naso sprigiona un bouquet complesso con note di frutti rossi sotto spirito, amarene, cacao e spezie. Davvero complesso e interessante.
Al palato dichiara apertamente la sua forza, di grande struttura con una beva potente ma equilibrata dai tannini ben definiti e integrati ed un finale lungo e avvolgente.
Lo si può bere per circa 30€ con qualunque pietanza abbia la forza di sostenerlo ma il consiglio è sempre quello di prendere tante bottiglie da bere quante da conservare. Il piacere è metterne qualcuna in cantina e dimenticarsela per anni per poi riaprirla, magari per un San Valentino di dieci anni dopo, e riassaporare tutto: qualità e ricordi.
Si finisce in dolcezza, a San Valentino più che mai.
Ma si finisce con i fuochi d’artificio, scegliendo uno dei protagonisti indiscussi, benchè spesso un po’ dimenticati, della produzione vinicola del nostro paese: il Marsala.
Le Cantine Intorcia sono un caposaldo per la produzione di questo straordinario vino. Straordinario in senso stretto poiché, nelle storiche cantine di Via Mazara a Marsala, troviamo il progetto Heritage con cui Francesco Intorcia vuole dare lustro alle riserve di famiglia e tira fuori per noi veri gioielli dell’enologia come ad esempio il Marsala Superiore Ambra Dolce Vintage 1980 Riserva Tino 2 per cui davvero risulta difficile trovare parole adeguate.
Maturazione estrema di 480 mesi (leggasi 40 anni!!!) per questo Grillo in purezza dal colore ambra intensissimo con un bouquet di frutta matura e frutta secca così intenso da lasciare sbalorditi. Nel bicchiere c’è praticamente di tutto: fichi secchi, datteri, albicocche, arancia candita, mandorle, datteri, caramello, caffè, miele….non si smette mai di trovare nuovi sentori in un’ampiezza aromatica che difficilmente si troverebbe altrove.
Un caleidoscopio di fragranze sostenute da un alcool ben presente ma mai invadente.
Eleganza e potenza. C’è tutta la migliore Sicilia in questa gemma preziosa.
Non penso che possa esistere modo migliore di concludere una cena il 14 febbraio.
Amatevi tutti come si dovrebbe amare questo vino.
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