Un gin prodotto in modo sostenibile con 12 botaniche, nato dall’incontro tra Imagine spirits e il tatuatore Pietro Sedda.
Cosa nasce dall’unione dell’arte della distillazione con quella dei tatuaggi? La risposta è Tatau, un gin dal colore naturale al nero di seppia, con un’etichetta che non passa inosservata – nata dalla collaborazione con il tatuatore di fama internazionale Pietro Sedda – e una produzione interamente sostenibile e limitata a circa 6 mila bottiglie.
La storia del Tatau Gin nasce a partire dal 2019 quando Paolo Sciavartini e Marin Maras fondano Imagine Spirits. Dopo quattro anni, nell’estate del 2023, in Istria, i due imprenditori decidono di creare un distillato a base di nero di seppia per celebrare l’arte del tatuaggio. E’ con questo obiettivo che è nata la collaborazione con Pietro Sedda, artista noto per il suo stile a metà tra il realismo e il surrealismo. Ispirandosi alle tavole anatomiche vittoriane, il tatuatore di origini sarde ha prodotto l’etichetta del Tatau Gin: un uomo dell’800 tatuato dal collo alle ginocchia, con polipi, onde e simboli che strizzano l’occhio all’esoterismo.
Anche il nome non è frutto della casualità ma deriva dal termine originale tahitiana. La leggenda narra che i primi tatuaggi furono incisi sulla pelle dal dio T’a’aira, il grande creatore che trasmise la sua conoscenza e arte ai suoi figli Matamata e Tu Ra’i Po, che la tramandarono a loro volta agli uomini.
Un ritorno alla natura che si riflette anche nella produzione: il Tatau Gin nasce da una piccola distilleria dell’Istria, a Vrsar in Croazia, costruita secondo standard ecologici rigorosi, senza l’utilizzo di combustibili fossili. Il team adotta pratiche a basso impatto ambientale, sottolineando il valore della sostenibilità: l’elettricità proviene da pannelli fotovoltaici e i distillati si producono in piccoli lotti, in un alambicco costruito a mano. Il packaging stesso rispecchia la filosofia green, con materiali riciclati (70% bambù e 30% acqua riciclata).
Per ottenere naturalmente il peculiare colore del gin, i produttori hanno optato per il nero di seppia e l’alga spirulina che crea una tonalità nero-bluastra molto simile all’inchiostro dei tatuaggi. Le dodici botaniche utilizzate sono invece: ginepro, coriandolo, radice di giaggiolo, angelica, pepe rosa, cardamomo, buccia di arancia. camomilla, mandorle e foglie d’ulivo. Il gin è privo di zuccheri ed essenze.
Il risultato è un gin equilibrato, versatile e perfetto per la mixology, ma che si presta anche alla degustazione pura per apprezzarne tutte le sfumature aromatiche.
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Napoletana classe 2000, studentessa e aspirante giornalista. Adoro scoprire le culture attraverso il cibo e da buon appartenente alla Gen Z non posso fare a meno di fotografare ciò che mangio!