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Il futuro del vino è dealcolato: intervista a Luca Sonn di My Alcol Zero

Pioniere nel settore delle bevande analcoliche, Luca Sonn ci racconta l’evoluzione del mercato, l’impatto del decreto MASAF e le prospettive per il vino senza alcol in Italia.

Con il decreto MASAF firmato lo scorso 18 dicembre dal ministro Francesco Lollobrigida, l’Italia supera un tabù storico: via libera alla produzione di vino dealcolato. Per la prima volta, bevande con gradazione alcolica inferiore a 0,5 gradi potranno essere definite “vino dealcolato”. La decisione risponde a una crescente domanda di alternative low-alcohol, spinta da giovani consumatori, nuove normative stradali e una maggiore consapevolezza verso stili di vita sani. In questo contesto, Luca Sonn, classe ‘90, fondatore di My Alcol Zero, realtà specializzata nella realizzazione di prodotti customizzati, export, vendita diretta e consulenza dei vini dealcolati, ha anticipato i tempi e oggi è uno dei protagonisti di questa rivoluzione. In questa intervista, ci racconta com’è nato il suo progetto, le sfide iniziali e le opportunità future di un mercato in piena espansione.

Chi è Luca Sonn e qual è stata l’intuizione che ha portato alla nascita del progetto My Alcol Zero?
Sono nato a Trento e cresciuto in un piccolo paese. La mia prima esperienza con il vino dealcolato risale al 2015, quando, durante un pranzo di famiglia, mio cognato Michele Tait, pioniere e primo produttore italiano di queste bevande dal 2012, portò una bottiglia di alternativa 0.0. L’idea mi affascinò immediatamente, nonostante le critiche sul sapore.

Dopo aver lavorato per anni come agente di commercio, decisi di cambiare direzione. Nel frattempo, mi dedicai brevemente al cinema, realizzando alcuni progetti audiovisivi, ma la mancanza di stabilità economica mi spinse a seguire la visione di mio cognato. Senza conoscenze di marketing né esperienza nell’e-commerce, totalmente da autodidatta avviai My Alcol Zero da zero. Nonostante le difficoltà iniziali – il primo ordine arrivò solo dopo nove mesi e dovetti persino rimborsarlo per problemi di disponibilità – da quel momento il progetto iniziò a crescere.

Nel 2019, anno in cui nasce My Alcol Zero, l’interesse verso le bevande analcoliche era decisamente poco rilevante. Oggi è un argomento di forte attualità, possiamo dire che sei stato un pioniere del settore o forse un visionario: ti aspettavi questo cambio di rotta?
Quando ho iniziato, ero convinto che il futuro del vino includesse anche il segmento analcolico. Certo, essere pionieri significa sempre correre un rischio, ma ho creduto nel progetto. Come tutte le persone che vanno controcorrente, sono stato deriso e criticato da molti. Non mi aspettavo che il mercato evolvesse così rapidamente, ma sono contento di aver contribuito a questo cambiamento.

Il 20 dicembre scorso, in Italia, è stato approvato il decreto che consente la produzione di vini dealcolati, mentre il nuovo codice della strada sta facendo crollare il consumo di vino nei ristoranti: come My Alcol Zero state registrando un incremento delle vendite? Puoi azzardare una previsione per il 2025?
Sì, abbiamo visto un incremento delle vendite. Rispetto a dicembre 2023, nel 2024 abbiamo visto un incremento nelle vendite del 10%, mentre in tutto l’anno la crescita è stata complessivamente del 33%. Questi cambiamenti normativi e sociali stanno spingendo sempre più persone verso il vino analcolico e per il 2025, prevedo un’ulteriore e costante crescita del settore e un’espansione della nostra clientela, soprattutto tra i consumatori più giovani e nei ristoranti, che iniziano a considerare seriamente i vini dealcolati nelle loro offerte. Dai ristoranti stiamo ricevendo sempre più richieste, c’è maggiore interesse e voglia di cogliere le opportunità.

Il cliente tipo di My Alcol Zero? Età, provenienza
Il nostro cliente tipo ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, vive spesso in città e conduce uno stile di vita attivo e consapevole. Sono persone attente alla qualità e alla salute, che non vogliono rinunciare al piacere di bere qualcosa di analcolico che si abbini meglio rispetto a una cola, aranciata o alla semplice acqua.

In Italia le richieste dall’e-commerce arrivano in particolare dalle grandi città, Milano e Roma in primis, seguite da Torino. All’estero, invece, dagli Stati Uniti, dove il mercato del vino dealcolato è più vivace. Ci sono negozi specifici di bevande zero alcol dove mediamente si spende di più per una bottiglia di vino dealcolato, anche 35 dollari.

E per finire un consiglio: tre etichette zero alcol da non perdere disponibili su My Alcol Zero
Certo! Tre etichette che consiglio assolutamente sono:
Mood: un vino rosso Supertuscan vellutato e perfetto per una cena speciale.
Prima Pavé Rosé: uno spumante rosato elegante, ideale per aperitivi e piatti di pesce.
Winot Bianco: fresco e fruttato, ottimo per accompagnare piatti leggeri o un pranzo all’aperto.

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