Se cinque mesi vi sembran pochi. In effetti, sono pochi davvero per conquistare la stella Michelin. Diciamo che Luigi Salomone si era portato avanti col lavoro negli anni precedenti, avendola già conquistata a Piazzetta Milù, il ristorante di Castellammare di Stabia lasciato a inizio 2019.
Ma la sfida vinta è quantomeno doppia, perché decidere di aprire il nuovo ristorante e quasi contemporaneamente entrare nell’Empireo della Rossa in piena pandemia – novembre 2020 – significa aver colpito al cuore gli ispettori della guida in un tempo sospeso, chiuso nel recinto dell’immobilità da Covid.
A distanza di due anni, Re, Santi e Leoni è entrato di diritto nella geografia della cucina d’autore campana. E poco conta che il ristorante si affacci su una piccola piazza alle spalle del centro storico della cittadina che ha dato i natali a Giordano Bruno, marginale rispetto alle vie dello shopping e ai monumenti. Non si viene qui da turisti di passaggio, ma per scelta. In più, grazie al passa-parola dei gourmet arrivati sulla scia della fama gourmand di Piazzetta Milù, il bacino d’utenza si è allargato fino al”CIS-Interporto-Vulcano Buono”, distretto economico della periferia nolana con un migliaio di aziende coinvolte (e pranzi/cene di lavoro connessi).
Niente è scontato, a partire dal nome, che richiama quelli dei figli dell’imprenditore-finanziatore Lucio Giordano, e dagli arredi del palazzo ottocentesco, in bilico tra la conservazione dei portali di legno massiccio, il bianco quasi totale della vasselerie e l’alluminio delle lampade di super design. Un doppio binario che assomiglia molto alla cucina di Salomone, capace di ondeggiare sapientemente tra le memorie dell’infanzia – vissuta a Saviano, a una manciata di km da Nola – e i fondamenti della cucina contemporanea. Del resto, non si diventa allievi dei Grandi di Campania per nulla. Nino Di Costanzo, Paolo Barrale e Francesco Sposito lo hanno segnato nel rigore e nel rispetto della materia prima. Luigi ci mette del suo un’intensità di sapori evidente ma mai eccessiva e la disinvoltura consapevole di abbinamenti mai banali. È così per la seppia e piselli con limone candito e rafano, per le tagliatelle al caffè con gamberi rossi e agrumi o l’anatra con caramello al Campari e finocchio.
Non perdetevi la chiusura soave della pastiera scomposta, con chips soffiata e gelato. Un dessert che vi lascerà la voglia di tornare per provare gli altri. Un desiderio che si rinnova spesso, ai tavoli di Re Santi e Leoni.
Re Santi e Leoni
Via Anfiteatro Laterizio, 92 Nola (NA)
Foto di copertina credits Alessandra Farinelli
Licia Granello è torinese di nascita e napoletana per scelta di vita. Scrive libri e tifa Toro. Su Repubblica ha scritto a lungo di calcio e di cibo. Oggi collabora con Grande Cucina, Vanity Fair e Wine&TheCity