Biondi Santi ovvero Il Brunello! L’azienda che ha la sua sede storica a due chilometri da Montalcino, e precisamente a Tenuta Greppo, ha su questo appezzamento il vigneto più antico e tutto intorno altri 4 vigneti.
E’ su questa collina che a metà dell’Ottocento dalla visione di Clemente Santi e dalla sua “folle” idea di vinificare in purezza il Sangiovese, nacque il ‘vino rosso scelto’ del 1865, premiato nel 1869 all’Esposizione Agraria di Montepulciano, chiamato “brunello”, ancora in minuscolo: da allora il resto è storia. Dal 2017 Biondi Santi è diventata di proprietà del gruppo Francese EPI della famiglia di Christopher Descour e dal 2018 alla guida dell’azienda c’è Giampiero Bertolini che vanta una lunga esperienza nel fine wine toscano.
Il tuo vino del cuore tra quelli prodotti e perché
La Riserva Biondi Santi è senz’altro il mio vino del cuore, è il vino che ha creato il mio legame personale con Biondi Santi da quando all’età di 12 anni ho visto per la prima volta questo vino nella cantina di mio padre gelosamente custodita in una piccola vetrina chiusa a chiave come una icona, era la Riserva Biondi Santi 1964 allora capii che quel vino aveva qualcosa di speciale. Forse è stato un segno del destino, avere il privilegio oggi di essere a capo di questa azienda ha per me un lato emozionale che è unico e mi da una grande motivazione a cercare di migliorare anno dopo anno il nostro vino di punta.
Il vino che vorresti produrre.
La riserva 1955 un’altra volta…………………unico.
Un aneddoto della tua vita in azienda che ti ha segnato in modo particolare
Nella nostra Cantina esiste un angolo molto particolare dove è collocata una scrivania antica, una seggiola e delle vecchie scaffalature che contengono vecchie riserve, sulla seggiola è appoggiato un giubbotto ed un cappello da uomo. Questa era la scrivania del Dottor Franco Biondi Santi e il giubbotto e il cappello sono i suoi, lasciati lì come se lui fosse ancora con noi. Dopo alcuni mesi che ero arrivato in azienda chiesi di mettere in ordine quell’angolo lasciando la scrivania pulita senza niente sopra, ci fu una specie di rivolta da parte del personale di cantina il quale non voleva che quell’angolo così particolare cambiasse faccia ma piuttosto rimanesse così a testimoniare la presenza di una persona speciale per tutti i dipendenti e non solo. Quell’episodio mi ha veramente aperto gli occhi, un ufficio in cantina dove ogni giorno lavorava insieme ai suoi operai la dice lunga sulla statura del Dottor Franco e su come nel tempo sia riuscito a creare un gruppo di persone appassionate ed entusiaste di lavorare in azienda. Una grande lezione di leadership.
Il momento del tuo lavoro che ami di più e perché
In realtà ci sono due momenti che mi stanno particolarmente a cuore del mio lavoro, quando periodicamente facciamo le degustazioni con il team tecnico per capire come i nostri vini si evolvono e quando mi trovo davanti ai nostri consumatori ed ho la possibilità di condividere la nostra storia, i nostri vini e come lavoriamo per il futuro, mi piace vedere le reazioni degli stessi quando entriamo nei dettagli sia dei vini ma ancora di più della nostra storia unica.
Se non avessi fatto il vignaiolo cosa avresti voluto fare?
Il vignaiolo. Il mio inizio professionale non è stato nel vino quindi posso dire a gran voce che questo è un mondo magico da quale diventa difficile separarsi quando lo si vive.
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Giornalista e amante del vino, è il trait d’union con le cantine e i produttori sparsi sul territorio nazionale.