Creatività, artigianalità, servizio e approccio sostenibile tutto in un drink: è la sfida di Artisan of Taste di Rum Diplomático, il distillato venezuelano tra i più apprezzati al mondo.
Alla sua terza edizione, la competizione mette alla prova non solo la creatività ma anche la capacità dei concorrenti di applicare pratiche virtuose e sostenibili in linea con la filosofia Distilled Consciously del brand.
La competizione ha visto quattro tappe da nord a sud (Trani, Venezia, Milano e Napoli) in attesa della finale che si terrà a Napoli il 19 settembre. Siamo stati alla semifinale partenopea nel nuovissimo Anthill, il cocktail bar di chef Giuseppe Iannotti inaugurato da pochissimo all’ultimo piano di Gallerie d’Italia in via Toledo. Due ore di shaker, racconti, preparazioni e un pizzico di show. Il podio se l’è aggiudicato il veronese Edoardo Cipriani con il drink “Cera un tempio” a base di Recioto homemade, albicocca, miele. Preparazione e storytelling vincente, artigianalità e coinvolgimento di piccoli produttori e artigiani locali.
Ma andiamo con ordine perché vale la pena raccontare anche gli altri mixologist in gara, tutti chiamati a cimentarsi su tre punti cardine: l’utilizzo di ingredienti homemade, la sostenibilità e il supporto alle comunità locali.
Emanuele Primavera di Cinquanta Spirito Italiano ha aperto la competizione. Originario di Torre del Greco, ci ha incantato con “Radici” il suo drink a base di lattuga di mare (utilizzata per fare un cordiale), l’alga comune del mare nostrum, semplice e saporita, dall’odore intenso. Il Diplomatico Planas esalta la sapidità della lattuga e la sua acidità. La bevuta è fresca, come un tuffo da uno scoglio. E nera e materica è la coppa in cui viene servito, in sabbia nera vulcanica, opera dell’artigiano Gerardo Cafaro. <<La lattuga di mare è un rito, scarto di mare, cibo semplice e saporito, tradizione di un popolo intero>>. Emanuele ha servito il suo drink con una finta vongola per ricordare un’altra usanza tutta locale, quella della vongola “fuiuta”.
Grintosa, ironica e affabulatrice la coreana Hannetta Lee, unica donna in concorso, venuta a Napoli dalla Puglia. Ha chiamato il suo drink Don Juancho’s secret a base di gelso. Nella sua preparazione, complessa, zero sprechi e rigorosamente artigianale, ha utilizzato gelsi acerbi, gelsi maturi e foglie di gelso tritate. E qualche goccia di tabasco per dare un tocco speziato. Il tutto servito con un cioccolatino a base sempre di gelso, <<da residui di gelso, perché di questa pianta meravigliosa non si butta via niente>>, spiega.
Bel lavoro anche quello di Dario Bertolini di Talìa di Portici: tra amarcord (la ricetta della marmellata fatta dalla nonna Olimpia) e approccio local, ha preparato il suo Diplomapricot. Il nome – una crasi tra Diplomatico e Apricot – dichiara l’ingrediente base: la pregiata albicocca vesuviana, piccolo tesoro dell’agricoltura locale. Il drink a base di Diplomatico Mantuano, purea di albicocca home Made e sciroppo di vaniglia e rosmarino, viene servito in un boccaccio da marmellata con una fettina di pane con marmellata, ricordo della merenda della nonna.
Infine Francesco Niccolò, il più giovane di tutti, 21 anni, da Laboratorio Fokloristico con il drink Metamorfosi: narrazione un po’ lunga, preparazione a base di gelso bianco vesuviano e Rum Planas, vino pecorino bianco, cordiale di pepe verde e foglie di betulla. Un drink con un bel progetto intorno, a sostegno di associazioni locali contro la violenza sulle donne. <<Ho scelto il vino pecorino Eva Patch delle Cantine Orsogna che mi ha dato la possibilità di utilizzare le stoffe con cui sono avvolte le bottiglie, stoffe prodotte da donne vittima di violenza sostenute dai centri antiviolenza gestiti da Dafne Onlus>>. Il drink Metamorfosi viene accompagnato da un sottobicchiere/spilla cucito a mano dall’artigiana locale Sandra Angrisani, sarta da più di 30 anni.
Giornalista freelance dal 1998, per circa vent’anni ha scritto per le testate del gruppo Espresso La Repubblica e firmato articoli per i principali editori nazionali. Nel 2008 ha ideato Wine&TheCity, di cui è direttore creativo. Nel tempo libero continua a scrivere di viaggi, luoghi e storie singolari per Dove, Donna Moderna e altre testate.