Le dolci colline toscane, i campi e i filari, le pievi, il sole e la storia, l’architettura dei portoni: è un gioco di icone grafiche la nuova etichetta consortile del Vino Nobile di Montepulciano.
Bella, pulita, elegante. Un progetto del Consorzio che unisce i produttori del celebre vino toscano. Un vino fortemente identitario del territorio, prima, storica Docg d’Italia: il paesaggio che circonda la cittadina di Montepulciano, gioiello rinascimentale nella provincia di Siena, è un saliscendi di filari e colline che si rincorrono. La vite è il grande patrimonio di questa terra: su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 sono vitati, e a coltivare questi vigneti sono oltre 250 viticoltori.
Storia e bellezza in un calice.
La nuova etichetta, firmata dallo studio grafico Aldo Segat & Partners, rappresenterà a livello istituzionale la promozione del Vino Nobile di Montepulciano in Italia e nel mondo. Le icone stilizzate che compongono il disegno non sono casuali, ciascuna rimanda a territorio, storia, cultura, accoglienza e sostenibilità (la foglia in basso a destra): gli elementi valoriali del Consorzio. Il patrimonio del Vino Nobile di Montepulciano è stato calcolato in un miliardo di euro tra valori patrimoniali, fatturato e produzione: 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Ma è la storia di questo vino a fare la differenza. E vale la pena ripercorrerla: nel 1980, dopo ben undici anni di richieste, incontri, approfondimenti, il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste rilasciava la prima fascetta che identificava una denominazione vinicola come “garantita” (D.O.C.G.). Fu l’allora Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, a firmare, il 1 luglio del 1980, il decreto che sanciva l’ottenimento della DOCG per il Vino Nobile di Montepulciano. La prima in Italia.
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Oggi il Vino Nobile di Montepulciano è senza alcun dubbio una delle denominazioni italiane più riconosciute nel mondo. Da luglio 2020 in etichetta è stata aggiunta la denominazione Toscana, un’altra importante conquista del Consorzio per distinguersi dal Montepulciano d’Abruzzo. Nel 2021 sono state immesse nel mercato 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano (+6,4% rispetto al 2020). Il 70% della produzione vola sui mercati esteri, in primis la Germania e subito dopo gli USA. Il 30% resta in Italia e soprattutto in Toscana. Il biologico è una significativa fetta di mercato che rappresenta nel panorama italiano il 42% delle vendite, mentre a livello internazionale il 69%. Un dato che rispecchia anche la produzione biologica a Montepulciano: più della metà dei soci del Consorzio lavora in regime biologico o in conversione. Non a caso, dal 24 maggio del 2022, il Vino Nobile di Montepulciano è anche la prima denominazione vitivinicola italiana a potersi fregiare del marchio di certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas.
Sostenibilità, territorio, storia e ricerca continua sono i valori del brand. È frutto di una lunga ricerca il progetto “Pieve”, una ulteriore denominazione la cui procedura di riconoscimento è in corso (attualmente il disciplinare prevede il Vino Nobile di Montepulciano e il Vino Nobile di Montepulciano Riserva). La prima annata uscirà nel 2024 e sono 40 le aziende che hanno selezionato dalla vendemmia 2021 una partita di Vino Nobile di Montepulciano destinata a divenire “Pieve”. Sarà un vino che avrà come caratteristiche il territorio, con l’individuazione di 12 sottozone, e l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice.
Giornalista freelance dal 1998, per circa vent’anni ha scritto per le testate del gruppo Espresso La Repubblica e firmato articoli per i principali editori nazionali. Nel 2008 ha ideato Wine&TheCity, di cui è direttore creativo. Nel tempo libero continua a scrivere di viaggi, luoghi e storie singolari per Dove, Donna Moderna e altre testate.