Written by 16:00 Non solo vino

I Fagioli Ribelli

Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore
Vedrai sorgere giardini incantati

Scovare un libro di ricette che si apre con i versi di Alda Merini non è facile. Se poi le ricette sono rigorosamente orfane di qualsivoglia ingrediente proteico, la difficoltà aumenta in maniera esponenziale. Ma “I fagioli ribelli”, edito da Minerva, che Bruno Damini e Andrea Pasini, affiancati dalla giornalista-scrittrice Titti Marrone e dal Professor Carmine Pecoraro, direttore della struttura di nefrologia e dialisi del Santobono-Pausillipon, presentano sabato 11 settembre alle 11.30 alla libreria “Iocisto” è molto, molto di più.

Intanto perché non parla (quasi) di fagioli. Nel senso che i legumi ribelli nello specifico non sono uno dei simboli della dieta mediterranea, ma la rappresentazione grafica della forma dei reni, croce di quasi sei milioni di italiani (dato ulteriormente ingigantito dalla contemporanea presenza di diabete, ipertensione, obesità e dislipidemia). Di questi, trentamila sono bambini e adolescenti. E poi perché le ricette in questione sono state create e messe appunto da alcuni tra i migliori cuochi e artigiani dell’Emilia Romagna, così da dismettere il vestito tristanzuolo/punitivo che le caratterizza. Il ricettario occupa la seconda parte del libro, mentre la prima è dedicata alle testimonianze e alle storie dei “bambini con i fagioli ribelli”.

Gli autori sono amici da tempo, scrivere a quattro mani non è costato loro fatica. Damini, esperto di comunicazione di lungo corso con un talento smaccato per i fornelli, ha dato voce – meglio, ha messo insieme a tavola – medici, genitori, pazienti e gastronomi della realtà bolognese. L’altra voce narrante è quella di Andrea Pasini, appassionato pediatra nefrologo (e buongustaio!), impegnato da anni nel Programma di Nefrologia e Dialisi Pediatrica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. “Il presupposto è che l’insufficienza renale, causa e conseguenza di altre malattie, si cura anche col cibo. La dieta aproteica è dura da accettare per un adulto, figurarsi quando i pazienti sono piccoli, a volte piccolissimi, spesso in attesa di trapianto, in altri casi destinati alla cronicizzazione della patologia. Non basta dire: ‘I fagioli che hai nel pancino non funzionano bene’. L’accettazione deve avvenire a tutto tondo: i bambini devono crescere, in molti casi per arrivare in forze all’intervento. Quindi è fondamentale che il cibo continui a essere un piacere”.

A raccogliere la sfida di Damini e Pasini, Aurora Mazzucchelli, Massimiliano Poggi, Mario Ferrara, il maestro pasticcere Gino Fabbri, il gelatiere Andrea Bandiera, il fornaio Matteo Calzolari e molti altri. Così, per la per la prima volta, le restrizioni alimentari della malattia renale sono state superate, il percorso obbligato tramutato in un labirinto da percorrere con esiti golosi. Tanto golosi da poter essere goduti a tutto tondo, da sani e malati. Pane e gelati, piatti vegetariani e dessert degni di essere inseriti con piena dignità nei menù d’autore. Dato che tutte le ricette sono state elaborate sotto la  guida dei dietisti ospedalieri, la prossima sfida è coinvolgere i reparti nefrologia nella sperimentazione, a Bologna e ovunque si voglia dar seguito al pensiero di Ippocrate. “Fa’ che il cibo sia la tua medicina  e che la medicina sia il tuo cibo” sosteneva il padre della medicina. Se appetitoso, ancora meglio.

In copertina Bruno Damini
foto di Roberto Salani

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