Chiudete gli occhi. Per un attimo volate con la fantasia: immaginatevi in vacanza da ragazzini, leggeri e spensierati. È agosto. Fa caldo. Dove vi porta il pensiero? Sono sicuro che per parecchi i ricordi andranno ai gelati in spiaggia, al carretto del grattachecca, al piacere di un bicchiere di latte e menta, alle colazioni al bar con granite.
Io ho la fortuna di vivere oggi questo piacere stando in vacanza a Randazzo, sull’Etna, dove si può gustare la migliore granita siciliana (quindi del mondo).
Sono qui alla Pasticceria Musumeci, seduto di fronte alla stupefacente basilica gotico-normanna in pietra nera, e sto gustando una granita alle mandorle di Avola, accompagnata dalla tipica brioche ‘col tuppo’.
So già che qualcuno dirà che una granita è solo una miscela di zucchero, acqua e frutta, ma quelli che la pensano così non ci interessano: vivono in maniera piatta e si privano delle piccole emozioni che poi sono delle grandi sensazioni.
La granita dà grandi sensazioni: è contemporaneamente rassicurante e sexy, sa di casa al mare, con la brezza pomeridiana che sposta le tende e sfiora la pelle abbronzata.
Chi cerca il piacere anche nelle piccole cose vola con leggerezza, trasportato dalla voluttà e dal desiderio. Chi invece si rifiuta di osare vede tutto questo come una follia. E di sicuro non viene qui a 1000m. sull’Etna, a Randazzo. Non sanno cosa si perdono e forse nemmeno vogliono saperlo. Non vogliono provare l’esperienza di una degustazione complessa. Complessa proprio perché è semplice: evanescente, delicata, soprattutto nella sua conservazione e nel modo in cui va servita.
Nella pasticceria la signora Musumeci porta avanti con amore il lavoro del padre Santo, famoso maestro gelatiere. «La granita si serve al bicchiere. Il vero siciliano la mangia seduto, con calma, non è “da passeggio”, è un rito», spiega. «È morbida, quasi volatile, si scioglie con il calore della bocca, ti esplode sul palato, non c’è trucco e non c’è inganno: è molto “sincera” in questo senso, per questo va fatta bene, e mi piace tantissimo prepararla». Per gli ingredienti, da queste parti, sono molto fortunati: «L’Etna, in linea d’aria, è a un passo: il terreno qui ci regala frutti con una mineralità pazzesca», spiega ancora la signora Musumeci. «Mi affido ai giovani produttori che mi tentano con fragole, albicocche, pesche tabacchiere, mandarini o gelsi, tutti a chilometro “sotto zero”. D’estate arriviamo anche a 16 gusti».
Se poi si vuole andare sul classico intramontabile c’è la granita alla mandorla, meglio quella tostata, più granulosa, volutamente grezza.
Il segreto per farle bene, dato che è il dolce più semplice che ci sia, non può che essere la scelta delle materie prime.