Scritto da 14:41 Nuova apertura

Louis Vuitton debutta nella ristorazione milanese con i fratelli Cerea

louis vuitton cerea

L’8 aprile la maison francese ha aperto il suo primo ristorante in Italia. A guidare la cucina, i fratelli Cerea dello stellato “Da Vittorio”. 

Nel rinnovato negozio al civico 2 di via Montenapoleone a Milano, Louis Vuitton ha inaugurato l’8 aprile il suo primo ristorante in Italia e sono Chicco e Bobo Cerea – assieme alla loro famiglia – a occuparsi della proposta culinaria. I due fratelli, chef del tristellato “Da Vittorio”, nel bergamasco, hanno debuttato al “Da Vittorio Café Louis Vuitton” il 4 aprile e l’8 aprile al “DaV by Vittorio Louis Vuitton”, il ristorante della maison francese. Per la mise en place, entrambi gli indirizzi ospiteno le collezioni di Art de la Table. Il concept è quello di un casual fine dining, con un menù curato nell’estetica e nei sapori ma con un servizio rilassato dove gli avventori potranno sentirsi a casa. 

Da Vittorio Café Louis Vuitton

Il Café, con 36 coperti, è aperto dalle 8.30 alle 20.00 nella corte neoclassica di Palazzo Taverna, edificio Ottocentesco casa del poeta Carlo Porta. Il restauro delle pareti ha consentito di recuperare gli archi originali. Tutti i mobili sono stati prodotti in laboratori della Lombardia, mentre i tessuti sono dipinti a mano. Fra i tavoli, predominano l’atmosfera naturale e le piante. Foglie grafiche e vaporose: un mix di asparagi ornamentali (Asparagus sprengeri) e felci (Cyathea cooperi). Sopra, sul portico di Palazzo Taverna, le palme Alexander (Archontophoenix alexandrae, note anche come palme reali) saranno una novità per Via Montenapoleone. Tutti i vasi sono di un design esclusivo, realizzati in terracotta verde. Tutto il verde – arbusti, fiori e piante a foglia – qui come in tutto il negozio, è curato dal paesaggista milanese Marco Bay.

Il menu del caffè è incentrato su un concetto di “luxury snacking”: piatti semplici e generosi, per sentirsi come a casa, con un tocco di leggerezza. Il toast diventa una firma, cogliendo l’identità italiana: tre tipi di pomodori – confit, essiccati e freschi – la mozzarella e il pesto, per un pane abbrustolito chiuso come una conchiglia. La gaufrette di granchio reale, il carpaccio con scaglie di grano. La varietà di uova vale la citazione: se ne contano quattro tipi – scrambled di gallina, poached di quaglia, uova di salmone e caviale, serviti con spuma di patate, panna acida e una composta di mela saltata in padella. Fanno parte dei punti forti anche i dessert ormai iconici di Louis Vuitton: un trittico di vaniglia (vaniglia blu, del Madagascar e del Messico); un entremets alla nocciola (disponibile anche al cioccolato fondente), o una charlotte di frutta di stagione aromatizzata alla fava tonka e vaniglia. Una selezione di tisane fresche, servite sfuse, è disponibile in qualunque momento della giornata.

Il Ristorante DaV by Da Vittorio Louis Vuitton

L’apertura del ristorante DaV – 44 coperti –  rappresenta un ulteriore passo nella strategia di Louis Vuitton di espandersi nel settore dell’ospitalità di lusso, offrendo ai suoi clienti un’esperienza che fonde moda e alta cucina. L’ingresso al locale, accessibile sia dal negozio che da un’entrata separata in via Bagutta 1, apre le porte all’estro dei fratelli Cerea che realizzeranno ricette italiane moderne con prodotti locali stagionali.

Il ristorante esalta un concetto di casual fine dining che invita gli ospiti ad assaggiare i piatti degli altri commensali. Gli antipasti vengono posti al centro, come nei tradizionali bacari veneziani. Si servono solo piatti italiani e non manca mai un riferimento giocoso all’immaginario Louis Vuitton. Uno dei piatti tipici della tradizione milanese, l’ossobuco accompagnato dal risotto allo zafferano, presenta il riso giallo sagomato a forma di fiore del Monogram di Louis Vuitton. Lo stesso approccio viene riservato ad alcune verdure e a certi frutti. L’utilizzo di ingredienti stagionali e l’approvvigionamento locale sono al contempo segno e conferma della qualità Da Vittorio. Le uova bianche provengono da galline selvatiche, che razzolano libere all’aperto. Il sugo del celebre pacchero è composto da diverse varietà di pomodoro, che cambiano secondo la stagione: dal pomodoro in vaso coltivato in Puglia, al cuore di bue, fino al pomodoro giallo del Vesuvio. Il burro proviene da malghe situate sulle montagne bergamasche. L’attenzione alla qualità delle materie prime distingue ogni aspetto del lavoro della famiglia Cerea e riflette l’inizio di un percorso, come tante storie italiane, nato da un nucleo familiare.

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