Guida Michelin 2022
Cronaca di un successo annunciato, targato Napoli e dintorni.
Perché mai come quest’anno, la guida Michelin – La Rossa per antonomasia – si è vestita d’azzurro: il dato più importante dell’edizione 2022 riguarda il numero di nuovi stellati made in Campania, ben cinque su un totale nazionale di 34. Ma ancora di più pesano i due nuovi bistellati, entrambi campani, di cui uno – I Tre Olivi di Paestum – addirittura passata da zero a due stelle, e la provincia di Napoli prima in Italia per ristoranti stellati.
La prima edizione post-pandemia dal vivo (l’anno scorso si era svolta in formato digitale) della guida Michelin è stata ospitata in Franciacorta, regno delle bollicine italiane d’autore. Dopo la collaborazione con le istituzioni dell’Emilia Romagna, infatti, ieri è stato inaugurato il nuovo accordo che nei prossimi tre anni legherà La Rossa al Consorzio di Franciacorta, guidato dal bravo Silvano Brescianini, deus ex machina della Barone Pizzini e antesignano della viticoltura biologica lombarda. Una scelta non casuale, visto che sia il direttore internazionale della guida Gwendal Poullenec, sia lo stesso Brescianini hanno dichiarato l’impegno forte di alzare l’asticella della biodiversità. Una vocazione ben espressa dalla recente istituzione delle Stelle Verdi (ieri ne sono state nominate 17), che premiano i locali di ispirazione green, tra materie prime a km zero, impianti di biomassa e riciclo virtuoso dei rifiuti.
Non è stata un’edizione rutilante, né poteva essere diversamente, vista la ripartenza tutto sommato lenta e guardinga di ristorazione e hotellerie. Tra insegne che hanno chiuso definitivamente e altre che hanno utilizzato il tempo della pandemia per rinnovare i locali o resettare l’offerta, inseguendo collaboratori introvabili (la ricerca di brigate di cucina e personale di sala è diventata una vera e proprio caccia al tesoro dal Piemonte alla Sicilia), gli unici a risultare avvantaggiati sono stati i giovani chef-patron di talento. A loro si è rivolta La Rossa, oggi più votata alla celebrazione di nuovi talenti – metà dei nuovi stellati ha meno di trentacinque anni – che alla consacrazione più alta dei cuochi già affermati. Non si capisce altrimenti perché ignorare le candidature – una buona mezza dozzina – alla terza stella, tutte piuttosto meritevoli di considerazione, da Anthony Genovese a Nino Di Costanzo, da Antonio Guida a Ciccio Sultano.
È come se l’ingresso nel mondo dei bistellati determinasse un rallentamento di percorso, una riduzione di velocità che rende le tre stelle un obbiettivo possibile eppure irraggiungibile o quasi. Nel resto del mondo non funziona così, quasi la cucina italiana meritasse degli esami di maturità supplementari, altrove non necessari, così che la media dei nostri tre stelle supera ampiamente i 50 anni e sembra passata un’eternità da quando Massimiliano Alajmo divenne il più giovane tristellato d’Europa con i suoi razzenti 28 anni. Lo stesso meccanismo frena irrimediabilmente il passaggio dalla prima alla seconda stella, lasciando anno dopo anno sul gradino più basso dell’olimpo culinario talenti acclarati come Riccardo Camanini e Matteo Baronetto. E poi ci sono le donne. O meglio, non ci sono. Unica “cheffa” neostellata, la leccese Solaika Marrocco, ventisei anni e un’affezione totalizzante per la cucina degli ingredienti locali. Le altre premiate sono Sonja Eggar, sommelier dell’anno, e Nadia Santini consacrata nel ruolo di chef-mentore, mentre del trofeo chef donna si sono perse le tracce. Una sorta di riserva indiana che resiste da troppi anni. E come nel caso di Alajmo, sembra passato un secolo da quando tre donne – Annie Feolde, Nadia Santini e Luisa Valazza. – guidavano l’avanguardia tristellata nazionale. La domanda è ineludibile: saranno le cuoche ad aver disimparato l’arte dell’alta cucina o la critica culinaria a far emergere un cotè gastro-misogino?
Tutta di marca maschile anche l’attitudine al successo della Campania, con cinque stelline distribuite tra Napoli, Vico Equense, Nola, Somma Vesuviana e Positano. E riesce difficile trovare un miglior exploit di quello ottenuto da Giovanni Solofra, ex collaboratore storico di Heinz Beck, capace di portare due stelle in un colpo solo al suo ristorante cilentano.
Se avete dubbi e curiosità, tutto quello che avreste voluto sapere sui ristoranti Michelin e non avete mai osato chiedere lo troverete, insieme ai dettagli della guida, sul SITO della Rossa. Da oggi con ancor più azzurro tra le pagine.
I RISTORANTI
Ma EMIO SERVIZIO DI SALA /Marta Cotarella
Matteo Zappile (Il Pagliaccio)
PREMIO SOMMELIER
Sonja Egger (Kupperlein)
PREMIO MENTORE
Nadia Santini (Dal Pescatore)
STELLE VERDI 17, tra cui gli stellati:
Venissa
Sanbrite
Le Trabe Paestum
Signum
Aminta Resort
La Cru
La Presèf
Casamatta
Terra
SUD ITALIA E ISOLE: 11 TRESTELLE CONFERMATI
PRIME STELLE
Luigi Lepore (Lamezia Terme)
Hyle Antonio Biafora (San Giovanni in Fiore, CS)
Aria Paolo Barrale (Napoli)
Contaminazioni Giuseppe Molaro (Somma Vesuviana)
Li Galli Savio Perna (Positano SA)
Rear Francesco Franzese (Nola)
Cannavacciuolo Countryside Nicola Somma (Vico Equense)
Materia Prima Fabrio Verrelli (Pontinia, LT)
Osteria Acquarol Alessandro Bellingeri (Appiano BZ)
1908 Stephan Zippl (Renon BZ)
San Giorno Graziano Caccioppoli (Genova)
Orto by Jorg Giubbani (Moneglia GE)
Larcade Sergeev Nikita (PortoS. Giorgio)
Retroscena Abouzaki/Ferrauti (Porto S.Giorgio)
Bianca Emanuele Petrosino (Oggiono LC)
Felix Lo Basso Home&Restaurant (Milano)
La Speranzina Fabrizio Molteni (Sirmione BS)
Osteria Degli Assonica Alex e Vittorio Manzoni (Sorisole BS)
Somu Salvatore Camedda (Arzachena)
Gusto by Sadler (San Teodoro SS)
Fradis Minoris Francesco Stara (Pula CA)
Nazionale Ingallinera e Macario (Vernante)
Unforgettable Christian Mandura (Torino)
Octavin Luca Fracassi (Arezzo)
L’Acciuga Marco Lagrimino (Perugia)
La Favellina Federico Pettenuzzo (Malo VI)
Local Matteo Tagliapietra (Venezia)
Locanda le 4 Ciacole Francsco Baldessaruti
Wisteria Simone Selva (Venezia)
Zanze XVI Stefano Vio (Venezia)
Gaggini Mauricio Zillo (Palermo)Porta di Basso Domenico CIlenti (Peschici)
Primo Solaika Marrocco (Lecce) PREMIO GIOVANE CHEF
Metà degli chef meno di 35 anni
Nuovo due stelle in Campania
Krèsios Giuseppe Iannotti Telese Terme (BN)
Da nessuna a due stelle
Tre Olivi Giovanni Solofra (Paestum)
239 una
38 due
Licia Granello è torinese di nascita e napoletana per scelta di vita. Scrive libri e tifa Toro. Su Repubblica ha scritto a lungo di calcio e di cibo. Oggi collabora con Grande Cucina, Vanity Fair e Wine&TheCity