Fino al 21 marzo l’esperienza immersiva, tra arte e mixology che celebra l’iconico cocktail.
L’invito digitale è di un rosso vibrante e avvisa: “Porta i cinque sensi alla massima esperienza”. In alto si legge Negroni Room, in basso l’indirizzo: via Vannella Gaetani 12, strada ben nota a Napoli ai cultori del bere miscelato. Ma il civico non è quello del celebre cocktail bar L’Antiquario. Via Vannella Gaetani 12 è al primo piano la Galleria Lia Rumma, spazio internazionale per l’arte contemporanea, pietra miliare dal 1971. Che ci fa Campari nelle stanze dove sono di casa Joseph Kosuth, Alberto Burri, Michelangelo Pistoletto, Vanessa Beecroft, Anselm Kiefer? Ha allestito la sua Negroni Room Experience, un format itinerante che combina arte e miscelazione per celebrare l’iconico cocktail italiano. Un’esperienza esclusiva, decisamente immersiva e coinvolgente. Dopo Firenze (dove nel 1919 è nato il Negroni) e Torino, è arrivata a Napoli ed è corsa alla prenotazione (c’è tempo fino al 21 marzo). Ecco la mia esperienza.

Le luci sono spente, dei faretti colorano di rosso le stanze. Un rosso intenso, avvolgente. Red passion è l’hashtag della serata. Passione è l’ingrediente cardine del format e valore del brand. Siamo in otto e seguiamo il percorso tra fotografie, storici manifesti Campari e insegne al neon, fino alla stanza segreta, cuore dell’esperienza. Oltre la tenda si svela la Negroni Room, un pop up bar che avvolge tra audio e video mapping, immagini in dissolvenza e un rosso vermiglio che seduce e stordisce. C’è un bancone a semicerchio, otto sgabelli e postazioni per gli ospiti e al centro il barman. Si chiama Luigi Trani e ci introduce all’esperienza. Il Negroni come non l’avete mai bevuto, cinque declinazioni o evoluzioni del drink più iconico di sempre in abbinamento ad altrettante raffinate portate di cucina. Mixology e ricette gourmet per un’esperienza gustativa inedita.

Si comincia con il Milano Torino, il leggendario MiTo, servito con un Pan brioche con magatello di vitello, maionese alla senape e pickles. Nel bicchiere Campari e Vermouth del Professore, un monolita di ghiaccio e coin di limone. È l’inizio di una storia appassionante che viene narrata per immagini e video sulle pareti della stanza. Quattro video proiettori, più un quinto per il piano bancone, creano uno spettacolo audio visivo coinvolgente fatto di animazioni tridimensionali e vecchie foto. Un’esplosione di effetti visivi a ritmo battente. Dall’Italia della metà del XIX secolo si vola a New York ed ecco l’Americano, il secondo drink in carta abbinato a una Tarte tatin di pomodorini confit e cipolle con salsa bernese. Il Campari e il Vermouth rosso del professore incontrano la soda all’aneto. Il garnish è una foglia di ruta. Il sorso è fresco, leggermente pungente e mentolato. È sul main course – un Risotto Riserva San Massimo al burro e parmigiano, con crema di patate, nduja, cavolo nero, broccolo, olio alle erbe -, che arriva sua maestà il Negroni con Bulldog gin e zeste di arancia in tumbler basso old fashion. Con la seppia scottata in salsa olandese, cime di rapa e limone candito il barman prepara il Cardinale, variante con Campari allo shiso, gin all’olio d’oliva, AKA Jasmine. Si chiude con un ultimo drink che dà spazio alla creatività del barman guest, una variante originale del celebre cocktail, in accompagnamento al dessert: una tartelletta biscotto financier, ganache montata alla mandorla, suprema di pompelmo, origano fresco, sorbetto allo yuzu.

Negroni Room è un format che nasce da un’idea di Domenico Carella, founder di Ca.ri.co risto-cocktail bar di via Savona a Milano, ed ha raggiunto la sua massima espressione grazie alla collaborazione con Campari, che ha elevato l’esperienza a un nuovo livello.
La prenotazione è obbligatoria sul sito www.negroniroom.com si può scegliere tra aperitivo e cena, il primo prevede tre drink e tre portate per un costo di 48 euro, la cena cinque portate e cinque drink (75 euro). Il menu porta la firma di Nicholas Lentini, chef resident di Ca.ri.co Milano. L’esperienza è arricchita dal contributo dei cocktail bar locali L’Antiquario, Riot Concept Store, MobyD, Primo Maggio: ogni bartender proporrà interpretazioni uniche del celebre drink.

Giornalista freelance dal 1998, per circa vent’anni ha scritto per le testate del gruppo Espresso La Repubblica e firmato articoli per i principali editori nazionali. Nel 2008 ha ideato Wine&TheCity, di cui è direttore creativo. Nel tempo libero continua a scrivere di viaggi, luoghi e storie singolari per Dove, Donna Moderna e altre testate.