In dieci anni il monte digitale di dati nel mondo è cresciuto dieci volte fino ad arrivare a 44 zetabyte. Oltre 4 miliardi di persone sono connesse tramite smartphone in real time.
La pandemia del 2020 ha accelerato di fatto l’inizio di una nuova era che ci vedrà più consapevoli nei confronti della tecnologia e del digitale. E più coinvolti. Continueremo a produrre tecnologia sempre più avanzata, ma questa volta chiedendoci in che modo possiamo farla funzionare al meglio per le persone che la usano (“per” e non contro!) Entriamo in una nuova era di consapevolezza, di valore e di nuove possibilità, l’era dei sensi.
Entro il 2030 la trasformazione digitale riguarderà anche la percezione sensoriale e ci permetterà di vivere esperienze virtuali iperrealistiche e multisensoriali.
Una nuova sensualità fatta di sinestesie e di nuovi orizzonti verso cui spingere la mente umana fino a provare ciò che ancora non riusciamo a immaginare. La tecnologia sarà capace di espandere i nostri sensi, di aumentare le nostre capacità, migliorando i rapporti tra le persone e dunque la società. E se si parla di sensi, quello del vino è un universo a sé a cui la nuova tecnologia digitale sta offrendo svariate possibilità: dall’esperienza di degustazione al tracciamento in vigna. Ma sono la realtà virtuale, aumentata o mista le nuove frontiere che stanno appassionando il settore. Facendo chiarezza, dobbiamo precisare le modalità di fruizione di esperienze “alterate” dall’utilizzo della tecnologia: la REALTA’ VIRTUALE, grazie all’utilizzo dei VISORI 3D è completamente immersiva e inganna i sensi inducendo a pensare che si è in un ambiente diverso o in un mondo parallelo rispetto a quello reale. Un mondo dove addirittura è possibile sviluppare anche il tatto usando i controller tattili mentre si è collegati a una console o PC. Nella REALTÀ AUMENTATA, il mondo reale rimane al centro, ma è “aumentato”, migliora con altri dettagli digitali, apportando nuovi strati di percezione e completando la realtà o l’ambiente che si vive in quel preciso istante, il tutto può avvenire sia grazie ad un semplice smartphone dotato di fotocamera, sia in modo ancora più smart come nel caso dei GOOGLE GLASS, gli occhiali “aumentati”. La REALTA’ MISTA fonde elementi del mondo reale e di quello digitale. Nella realtà mista, si può interagire e spostare elementi e ambienti, sia fisici che virtuali, usando le tecnologie sensoriali e di imaging di ultima generazione. Consente di lasciarsi coinvolgere nel mondo intorno a se, persino se si sta interagendo con un ambiente virtuale usando le proprie mani, il tutto senza mai rimuovere il visore/casco 3d.
Per qualcuno sembra ancora fantascienza ma nel mondo di cui ci piace parlare, quello del vino, in molti si sono già iniziati a muovere, passando dalle esperienze solo fisiche a quelle digitali, ed in alcuni casi a quelle Phigital, crasi di physical e digital per definire quelle proposte di esperienze in cui i brand puntano ad un coinvolgimento sia fisico che virtuale.
Chi scrive, da pubblicitario, con il proprio team, ha già sperimentato forme di coinvolgimento di questo tipo, attrezzandosi con la tecnologia necessaria per sviluppare progetti in modalità full services, vale la pena però di citare le case history più interessanti che a vario titolo cavalcano questo trend.
Nel settore enologico, i casi di studio iniziano ad essere numerosi, e mi piace citarne due, individuati in giro per il mondo, BODEGAS BIANCHI in Argentina fino ad arrivare al colosso australiano TREASURY WINE ESTATE
BIANCHI invece utilizza lo strumento della Realtà Aumentata, i prodotti prendono vita e costruiscono uno storytelling per una campagna che sia attraente oltre che interattiva per l’utente.
Bodegas Bianchi con la sua prima vendemmia di vino “IV Generación” ha applicato la Realtà Aumentata attraverso la scansione dell’etichetta della bottiglia. Questa esperienza permette ai consumatori di conoscere molto di più sulle origini dell’uva, gli studi pedologici che sono stati effettuati sul terroir, il team enologico, i membri della quarta generazione e tutto ciò che riguarda le caratteristiche del clima, del suolo, dell’irrigazione e altro ancora.
TREASURY WINE ESTATE – APP AR
Il Colosso australiano con L’applicazione di realtà aumentata “Living Wine Labels” fa vivere la storia di 19 criminali. Grazie all’applicazione di realtà aumentata “Living Wine Labels”, gli uomini e le donne rappresentati sulle etichette delle bottiglie 19 Crimes prendono letteralmente vita davanti ai vostri occhi e vi raccontano in prima persona le loro storie tormentate. Prendiamo John Boyle O’Reilly , ad esempio. Dopo aver scaricato l’app Living Wine Labels, i consumatori devono semplicemente puntare il proprio telefono o tablet sulla bottiglia. La foto di O’Reilly prende vita e potete vederlo mentre aggrotta le sopracciglia e inizia a raccontare la sua storia: “Sono stato esiliato in Australia per crimini contro la corona”. Così, mentre sorseggiano un corposo vino rosso dal carattere deciso, i consumatori apprendono come O’Reilly, membro della Fratellanza Repubblicana Irlandese, sia stato trasferito nell’Australia Occidentale.
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E’ professore di Marketing e Nuovi Media Corso di Laurea in “Culture Digitali e delle Comunicazione” Scienze Sociali – Federico II.
Pubblicitario e consulente di comunicazione firma ogni mese per Wine&Thecity la rubrica “L’ebbrezza creativa dell’Advertising” con la quale ci racconta storia e curiosità delle più interessanti pubblicità legate al mondo del food&wine.