Due milioni di litri di vino l’anno. E’ questo l’ammontare della produzione della più grande azienda vinicola risalente a 1500 anni fa, rinvenuta nella cittadina di Yavne nel sud di Israele.
A fare la clamorosa quanto casuale scoperta un team di archeologi israeliani durante i lavori di ammodernamento delle infrastrutture urbane. L’imponente scavo archeologico, che gli esperti fanno risalire al periodo bizantino, ha portato alla luce i resti di un’antica impresa del vino, complessa, autosufficiente e bene organizzata: secondo quanto riferito dall’Autorità nazionale per l’archeologia, nel sito sono stati infatti ritrovati centinaia di migliaia di frammenti di giare in terracotta, alcune delle quali in buono stato, utilizzate per lo spostamento e la vendita del vino.
L’impianto si componeva inoltre di cinque enormi vasche – della larghezza di 225 metri quadrati – dedicate alla pigiatura dell’uva, quattro forni per la cottura dell’argilla, due grandi recipienti ottagonali dove veniva raccolto il mosto e quattro vasti magazzini. Un’impresa vinicola a tutti gli effetti, capace di competere con le moderne realtà imprenditoriali e di produrre un quantitativo di vino tale da essere esportato anche nel bacino del Mediterraneo. Curiosi, winelovere appassionati di archeologia non devo fare altro che attendere l’apertura degli scavi, che avverrà nelle prossime settimane, per poter ammirare di persona le meraviglie in essi custodite.
Foto fonte ANSA
Napoletana, classe ’87, dopo aver conseguito la Laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2014 fa parte del team di Dipunto Studio, dove si occupa di Digital PR e Ufficio Stampa per aziende che operano nel settore food, eventi enogastronomici e artistici. I suoi articoli per Wine&TheCity sono all’insegna del lifestyle, ma con uno sguardo sempre proiettato al sociale.