Situata a Gradoli, in provincia di Viterbo con affaccio sul lago di Bolsena e sull’Isola Bisentina, Villa Caviciana è la prima tenuta agricola del FAI: un bene tutelato e produttivo che dimostra un principio caro al FAI e cioè che il paesaggio si tutela e si cura coltivandolo.
È stata donata nel 2022 dalla Fondazione Fritz e Mocca Metzeler: due coniugi tedeschi che, innamorati di questa terra, trent’anni fa fondarono qui una prima azienda agricola. Quella azienda oggi è affidata alla Società Agricola Villa Caviciana a r.l. che, supervisionata dal FAI, ne garantisce la gestione dimostrando che un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e delle persone che ci lavorano, non solo è possibile, ma è anche economicamente sostenibile.
Qui si produce innanzitutto vino, grazie all’impegno di due lungimiranti imprenditori, conduttori di Caviciana Società Agricola a r.l. e amici di lungo corso: Giuseppe Scala, produttore di vino da generazioni in Calabria, e Osvaldo de Falco, imprenditore dell’economia digitale, che hanno raccolto la sfida del FAI di rendere Villa Caviciana un esempio virtuoso di gestione agricola sostenibile in Italia.
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Siamo nell’Alto Lazio, a ridosso di Toscana e Umbria, nella regione dell’antica Tuscia; Villa Caviciana è nata dal sogno di Friedrich Wilhelm e Monika Metzeler partiti per una vacanza sul Lago di Bolsena e tornati in Germania innamorati della zona. Fu così che, dal 1989, anno dopo anno, acquisirono 144 ettari di colline, campi e boschi dove vennero piantumati 7.000 ulivi, pari a 35 ettari a cui se ne aggiunsero altri 20 ettari. Nacque da qui una tenuta moderna ed efficiente, precocemente biologica, con un frantoio e una cantina propri, costruiti dalle fondamenta, e dotata dei migliori macchinari oltre che di personale e degli spazi adibiti alla produzione di olio e vino, ma anche di miele, formaggi e carni, dall’allevamento, in origine, di pecore e maiali.
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Vini vulcanici, quelli di Villa Caviciana, che nascono da un terroir fatto di rocce di tufo, ricche di minerali e da un clima particolare, con giornate soleggiate, temperature moderate e uno sbalzo termico importante tra giorno e notte. Le brezze del lago mantengono le uve fresche e prevengono muffe e malattie. Qui si coltivano varietà autoctone come l’Aleatico per vini dal sapore unico, ma anche varietà internazionali come il Merlot e il Cabernet che si sono adattate molto bene alle colline vulcaniche, seguendo pratiche agricole biologiche e con un impegno costante nella salvaguardia ambientale, delle tradizioni locali e del territorio.
Così prende vita una linea composta da 8 vini e 2 distillati (tutti acquistabili anche sul sito web dell’azienda): Celestio, 100% Aleatico; Valloresia, 100% Procanico, il cru Rasena, 100% uve Roscetto; il rosato fermo Tojena, sempre da uve Aleatico; i due Metodo Charmat Lorenzo e Lorenzo Rosé, 100% Sangiovese; il passito Maddalena, da uve Aleatico. Infine, i due spirits, lavorati nella celebre distilleria Marolo ad Alba, in Piemonte: la Grappa Bianca, prodotta con vinacce di Cabernet, e la Barrique, affinata appunto in legno.
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La cantina di Villa Caviciana è un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano per creare vini di altissima qualità: si sviluppa fino a 20 metri sottoterra, garantendo condizioni ideali per la fermentazione e l’invecchiamento del vino, con sistemi di controllo avanzati. La cantina presenta un’architettura minimalista dalle linee pulite e rigorose ma con felici guizzi, come la lunghissima scala che sale dal seminterrato, nonché il sofisticato recupero delle materie locali, come il tufo morbido e poroso che scalda di giallo senape la geometria delle facciate.
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