Per la prima volta, un’azienda agricola produttiva entra a far parte dei Beni del FAI.
Nel corso dell’ultimo convegno nazionale dei volontari e dei delegati del Fondo Ambiente Italiano – svoltosi il 24 e 25 febbraio a Viterbo e intitolato “Curiamo il paesaggio, coltivandolo” – è stata presentata ufficialmente Villa Caviciana: si tratta di una tenuta di oltre 140 ettari estesa tra i comuni di Grotte di Castro e Gradoli (VT), sulla sponda settentrionale del Lago di Bolsena, davanti all’Isola Bisentina con 20 ettari di vigneti, 35 di oliveti e 86 di bosco e pascoli.
Un pezzo di paesaggio storico rurale tipico della Tuscia: l’azienda agricola biologica produce olio, vino e miele ed è stata fondata nel 1989 da due coniugi tedeschi, Fritz e Mocca Metzeler, lui avvocato di Düsseldorf, lei collezionista d’arte. Il loro sogno, sorto dopo una vacanza in Italia, era costruire un’azienda agricola di prodotti biologici di alta qualità, e questa zona collinare con dolci declivi, terreno fertile di origine vulcanica e il clima mite del lago, sembrava la sede ideale. Chiamarono due grandi architetti tedeschi, Bernard Korte e Wolfgang Doring, a disegnare rispettivamente il verde e gli edifici.
La cantina ha un’architettura minimalista, essenziale ma raffinata, con un sofisticato recupero delle materie locali, come il tufo, che scalda le facciate dalle linee geometriche. Nelle forme si legge la ricerca di funzionalità, ma anche il desiderio di inserirsi discretamente nel paesaggio, che è il protagonista assoluto di questa storia, come dimostra il panorama sul lago di cui si gode dalla cantina, incorniciato dal vigneto e da un prato ordinato, punteggiato di opere d’arte contemporanea, che sfuma nell’oliveto. Il figlio della coppia ha deciso di donarla al FAI perché se ne prenda cura, oggi e per il futuro, preservando e valorizzando questo patrimonio a beneficio della collettività.
Una nuova impresa per la Fondazione, che ha accolto la donazione perché offre l’occasione di tutelare un paesaggio storico mantenendone la vocazione agricola produttiva: “Non diventiamo agricoltori per produrre – afferma il Presidente del FAI Marco Magnifico – ma vogliamo dimostrare, attraverso l’esperienza diretta del possedere un’azienda agricola, che per proteggere e valorizzare il paesaggio italiano, che per la maggior parte è rurale, bisogna coltivarlo, e quindi farlo produrre”. Il nuovo Bene nella Tuscia, il settantunesimo nella storia della Fondazione, sarà per il FAI lo strumento di una nuova comunicazione culturale, perché l’agricoltura è cultura, e promuovere una buona agricoltura equivale a promuovere la cura del paesaggio e la tutela dell’ambiente, patrimonio della collettività.
Villa Caviciana sarà affidata alla gestione di professionisti: tre soci, tra cui Giuseppe Scala, produttore di vino da generazioni, e Osvaldo De Falco, imprenditore nel ramo dell’economia digitale, che saranno affiancati da un comitato di garanti scelti dal FAI, composto di studiosi ed esperti di agronomia, agro-ecologia, tecniche di coltivazione e di produzione biologica, di economia agraria e di innovazione, provenienti da diversi atenei italiani, con particolare presenza dell’Università della Tuscia, eccellenza nella ricerca in campo agrario riconosciuta a livello internazionale.
Il FAI insieme al gestore aprirà eccezionalmente la cantina al pubblico nelle prossime Giornate FAI di Primavera, il 25 e 26 marzo. La cantina sarà anche aperta a cura del gestore per l’acquisto dei prodotti e per visite su prenotazione. Per informazioni su Villa Caviciana: www.faivillacaviciana.it
Giornalista freelance nato e cresciuto a Palermo. Dopo la laurea si iscrive a un master in gestione dell’azienda vitivinicola e diventa sommelier. Scrive di cibo, vino e viaggi – ma la sua più grande passione è l’hotellerie (vorrebbe vivere in hotel) – per La Cucina Italiana, Bell’Italia, Agrodolce e Slow Food Editore. Su Instagram racconta la parte più bella del suo lavoro @foodmakersicilia