Pochi giorni, poche ore alla Santa Pasqua: se siete cultori del prodotto artigianale, della gastronomia d’eccellenza o della patisserie d’alto rango e se avete già individuato il vostro miglior uovo di cioccolato o la pastiera più tradizionale, allora vi manca l’ultimo must della tavola dolce per queste feste: la colomba.
Siamo in tempo per un acquisto ponderato e goloso: per questo abbiamo selezionato (e assaggiato) una breve serie di laboratori e artigiani di questo delicato lievitato, che in pochi anni ha essenzialmente traslato il suo miglior polo di produzione dal nord Italia alla Campania.
È di Torrone Di Iorio 1750 da Montemiletto (Avellino), infatti, il più gustoso e alveolato manufatto dello Stivale, vincitore del celebre contest nazionale “Regina Colomba” per il 2022. Dai torroni (per cui sono celebri) alla pasticceria e i lievitati, il patròn Gianni Festa racconta la storia di ben cinque generazioni di dolciai: la loro Colomba più originale è quella al Monachino, una torrone morbido dedicato a un frate del vicino convento dei Cappuccini di Sant’Egidio, che voleva una versione più morbida del torrone (più adatta ai denti dei suoi anziani confratelli).
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Francesco Sposito da Brusciano, Peppe Guida dalla Penisola Sorrentina e Paolo Barrale in centro Napoli sono tre fra vari pionieri “stellati” dei grandi lievitati dolci sulla tavola delle occasioni: la loro colomba vanta un uso sapiente di ingredienti territoriali superiori, ma soprattutto di fattura e cottura esperte con risultati riconosciuti e… ahinoi “limited edition”.
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Da Pepe Mastro Dolciere a Sant’Egidio del Monte Albino la colomba è scioglievole per eccellenza: questa storica pasticceria ha raggiunto negli anni notorietà e riconoscimenti nazionali, soprattutto grazie all’impegno e il talento del compianto maestro Alfonso Pepe.
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Il torrese Carmine Di Donna (in brigata da Gennarino Esposito) ha sfornato, tra le altre, due colombe esclusive ai sapori di Sicilia: una al miele d’api nere e arance di Ribera Dop e una al cioccolato a latte e mandarino tardivo di Ciaculli.
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A limone e limoncello quella di Salvatore Capparelli in piazza San Gaetano al Centro Antico: infusione al limoncello con gocce di fondente e una sac a poche con crema di limone per una farcitura …a sentimento.
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Gay Odin, storica fabbrica del cioccolato, con punti vendita a Napoli, Roma e Milano, propone la Colomba ricoperta di cioccolato foresta, fiore all’occhiello del brand partenopeo.
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Versione rustica per Leopoldo Infante che dai suoi bar a pois lievita varie colombe (anche senza glutine) e, forte degli impasti per il celebre tarallo, ne produce anche una salata con mandorle, capocollo irpino e provolone del monaco.
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I fratelli Malafronte tra Gragnano e Napoli sono lievitatori che dai pani ai dolci infornano un impasto delicato e burroso, arricchito in omaggio alla Campania Felix con bontà regionali come la pellecchiella vesuviana, l’amarena o la mela annurca casertana. Non mancano la versione classica e quelle con gocce di cioccolato e alla gianduia.
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È declinata al babà, invece, la succulenta variante di Luigi Conte da Carinaro, che manco a dirlo si chiama Colombabà.
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Mentre la Colomba Flegrea di Francesco Dalena profuma di falanghina, si impasta con burro di bufala, lievito madre, agrumi canditi, clementine e mandarini cumani o limoni flegrei e poi viene inscatolata con vasetti di marmellata a kilometro zero.