Written by 10:49 Eventi, Napoli

Edit Napoli 2024: the best of

edit napoli

La fiera del design indipendente vista da Donatella Bernabò Silorata.

È calato il sipario su Edit Napoli, sesta edizione. La bella fiera del design indipendente e autoriale ideata e curata da Domitilla Dardi e Emilia Petruccelli porta a Napoli progetti e idee che arrivano da ogni parte d’Italia e anche da più lontano. Per tre giorni connette persone e luoghi, porta design e creatività contemporanea nei luoghi storici della città e ha il merito di far conoscere ai suoi ospiti – progettisti, giornalisti e buyers internazionali – e a tanti napoletani, una Napoli colta e raffinata che fa a cazzotti con i deliri dell’over tourism e il cattivo gusto imperante. Un format che d’altronde noi di Wine&Thecity abbiamo scelto dal 2008 diffondendo in città “ebbrezza creativa” in luoghi sparsi, insoliti, monumentali, di fascino. Con Edit Napoli dunque condividiamo visione e approccio esperienziale.

Cosa mi è piaciuto di questa edizione?

Comincio dall’immagine 2024, quel trampolino rosso, proteso sul mare e ben saldo sugli scogli, con un orizzonte sconfinato davanti: è icona del modus vivendi di noi napoletani. Ci tuffiamo, sempre e comunque. Anzi, ci buttiamo, come si dice qui. Il trampolino, l’idea del tuffo (nel 2017 Maria Luisa Firpo per il decennale di Wine&Thecity scelse come immagine delle tuffatrici) comunicano energia e movimento.

La fiera per il secondo anno è stata allestita nel Complesso dei Santi Severino e Sossio, oggi Archivio di Stato, diretto da Candida Carrino che ha dato nuova vita e linfa a questi luoghi monumentali per lungo tempo percepiti lontani, destinati solo allo studio e alla consultazione. Nei tre chiostri del complesso, nel Refettorio e nella Sala catasti, Edit ha presentato oltre 100 espositori. È mancato un po’ l’aspetto scenico dello scorso anno, ma di cose belle ce ne erano. Una novità è stata la partecipazione di Officina Tamborrino, dalla Puglia con furore: suo l’allestimento nell’atrio, con tavoli e panche in metallo, in dialogo con l’installazione verde della tedesca Lilo Klinkenberg. Nella Sala Catasti, il brand pugliese si è fatto notare anche per la libreria in metallo verniciato giallo dalla insolita linea curva: un pezzo d’arredo, ma anche un elemento architettonico per scandire gli spazi. Nel Refettorio la designer belga Marie Vansteenkiste con i suoi Objects by Marie merita un approfondimento: a Napoli ha portato i tavoli bassi Joan e Jamie dalle superfici lucide e brillanti, le forme arrotondate e una palette di 14 colori vibranti. Un invito a vivere la casa in modo olistico, a rallentare e connettersi per ritrovare nuove energie e dimensioni, “for relaxing moments around the table”.

Tanti i progetti di design per la tavola e il cibo che si conferma fonte di ispirazione continua. La ceramica resta il materiale principe scelto da tanti artigiani e designer. Totemici i contenitori Sinestetica di Arciuolo Antoniali e Ceramiche il Tondo: una linea di 5 oggetti, ciascuno pensato come esperienza sensoriale. Onirico e delicato nelle sue tinte pastello l’oggetto disegnato da Arianna De Luca in collaborazione con Alba Pezone, per Eleit.it per servire il gelato: si chiama Carosello ed è un set con porta secchiello gelato, alloggio per i coni, coppette e cucchiaini. Le linee morbide e ondulate, i colori che evocano l’infanzia, e un Barbie style tornato in auge, esaltano la sua funzione: celebrare il rito del gelato in tavola, spesso trascurato. La ricerca sul colore e sulle forme caratterizza anche il lavoro di Cotta studio delle israeliane Avia Haimi e Aviv La Oz Kalif che hanno presentato parte della nuova Spring collection 2025: vasi dalle forme fluide giocati nelle tinte del celeste e del giallo tenue. Mi è piaciuta la delicatezza di The Circle Objects, il laboratorio della napoletana Flavia Del Grosso: una collezione di ceramiche dall’estetica moderna, minimalista, ma capaci di comunicare un pensiero poetico. Meritano tempo, sono pezzi unici.

Stone table è stato forse il mio progetto preferito: Cristina Firotto, io creativo di Madlen Ceramics, ha presentato la sua organic tableware collection nell’atrio del Platano, sullo sfondo degli affreschi cinquecenteschi dello Zingaro giocando con le medesime sfumature. Come dice il nome, Stone table è ispirata ai sassi levigati dall’acqua: sono piatti, ciotole, saliera, vasi dalle forme organiche, plasmate dal lavoro dell’artista, che invitano a ripensare il posizionamento del cibo e dunque la sua presentazione in tavola.

Leggerezza e tinte forti sono la cifra distintiva di SUPEREASY, la collezione di oggetti stampati in 3D nata dalla collaborazione tra Mediterranea Design e Marco De Luca, visionario designer e progettista, noto ai cultori del bello per la sua inimitabile Minervetta a Sorrento. Venti pezzi in PLA, una bioplastica ottenuta da elementi rinnovabili e sostenibili, che coniugano design e innovazione tecnologica per nuove scenografie domestiche.

Tra i sette cult proposti quest’anno come appuntamenti satellite della fiera, due mi hanno emozionato particolarmente: il progetto ABET È 1000 COLORI… di Abet Laminati e ALONG THE EDGE – ALPI 1984-2024 di ALPI Wood al Real Museo Mineralogico.

Abet Laminati, l’azienda di Bra specializzata nella lavorazione di superfici in laminato, ha saputo interpretare perfettamente lo spazio assegnato, la spettacolare terrazza della Sede Sussidiaria dell’Archivio di Stato a Pizzofalcone, proponendo un’installazione – curata da Giulio Iacchetti e Matteo Ragni – che è un omaggio a Napoli, ai panni stesi al sole tra i vicoli e i tetti della città. Un bucato simbolico con vista mozzafiato sul Vesuvio.

Alpi, leader nella produzione di superfici decorative in legno composto, ha celebrato i suoi 40 anni nel mondo del design, con una retrospettiva al Real Museo Mineralogico che ben si è prestato ad accogliere i totem in legno dalle geometrie irregolari di Konstantin Grcic, i prismi di Angelo Mangiarotti e le tre forme arcaiche progettate da Alessandro Mendini.

And last but not least, il wine partner: non poteva che essere Feudi di San Gregorio, l’azienda vitivinicola che ha fatto del design la sua cifra. La cantina di Sorbo Serpico ha aperto l’evento con il suo “Aperitivo all’italiana” con il nuovo rosato San Greg che ha visto il debutto prima al Fuori salone di Milano (aprile 2024) e poi a Wine&Thecity a Napoli a maggio scorso. Feudi di San Gregorio ha curato anche la lounge della fiera all’Archivio di Stato con i sapori di Danilo Uva, chef al Ristorante San Gregorio.

 

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