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Prima Domus: il progetto di Stefano Quaglierini ed Emanuele Trono

Da wine influencer a produttori.

“Prima domus: prima pietra, prima casa, il primo step del nostro progetto.” Esordisce così Stefano Quaglierini, wine influencer che, con il collega Emanuele Trono, ha prodotto la prima etichetta del progetto Prima Domus, un Toscana IGT, frutto dei tanti viaggi e soprattutto assaggi, in lungo e in largo per lo stivale.

Un importante e coraggioso cambio di ruolo per Stefano ed Emanuele che passano dai tasting alla produzione e dal racconto alla vendemmia. Nasce così Virtus un blend di Sangiovese (80%), Merlot (15%) e Cabernet Sauvignon (5%) prodotto in 5mila bottiglie a Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena.

Abbiamo intervistato Stefano Quaglierini per scoprire qualche curiosità sul progetto.

Perché Prima Domus? Da cosa nasce l’idea del nome e della prima etichetta Virtus?
Prima Domus significa prima casa ma anche prima pietra, perché appunto è per noi il primo step verso un progetto ambizioso in cui crediamo molto. Tutto è gestito interamente da noi due, senza alcun socio; un lavoro nel quale abbiamo investito i nostri risparmi e il nostro tempo. Da qui l’idea di inserire sull’etichetta la Dea Minerva la “dea delle battaglie giuste” e di chiamare la prima etichetta Virtus, ovvero coraggio, proprio perché siamo giovani e ci vuole tanto coraggio a intraprendere un progetto vitivinicolo da soli.

Come ci hai appena detto, siete solo in due in questo progetto e non deve essere semplice riuscire a gestire tutto. Come vi siete organizzati internamente ?
Io sono laureato in enologia a Pisa e quindi mi sono dedicato molto alla produzione e alla cantina. Emanuele ha un master a Pollenzo in Scienze Gastronomiche e Cultura del Vino. Ma aldilà degli studi è la formazione sul campo che si è rivelata fondamentale per la creazione del nostro blend.

Ci chiediamo quindi: com’è adesso trovarsi dall’altra parte, dietro le quinte del mondo del vino?
Dopo anni a raccontare le aziende, è nata la voglia di mettersi in gioco ed è stato come uscire dalla nostra comfort zone. È tutto molto stimolante perché ogni giorno c’è una sfida diversa, stiamo imparando veramente tanto di questo mondo e la cosa più bella è che le persone percepiscono il nostro entusiasmo e la nostra energia.

Con tutti questi nuovi impegni riuscirete adesso a trovare il tempo per andare in giro per cantine?
Prima Domus è e sarà nei prossimi anni il nostro lavoro principale, ma continueremo a visitare altre aziende per tenerci aggiornati, vedere come sono andate le vendemmie nelle diverse regioni d’Italia ma anche per collaborare o avere confronti che servono sempre per crescere.

Avresti mai immaginato tutto questo quattro anni fa?
Era per entrambi un sogno nel cassetto che adesso finalmente si è realizzato. All’inizio tutto era un’incognita. Molto spesso quando raccontavamo le nostre idee e parlavamo del progetto ad alcuni operatori del settore ci dicevano che eravamo dei pazzi. Per questo prima parlavo di coraggio: per uscire con una prima produzione di sole 5000 bottiglie e che entra in una fascia di prezzo medio-alta (35/40 euro), c’è voluto tanto coraggio. Fortunatamente però a distanza di 3 anni abbiamo già avuto delle soddisfazioni.

Anche la campagna di lancio ci ha incuriosito molto: diretta, a tratti irriverente e molto social, ma c’era da aspettarselo. Ce la racconti?
Abbiamo voluto coinvolgere due nostri amici fotografi professionisti: Emanuele Zucchini e Gilbert Bages. E’ stato divertente perché siamo stati in giro per l’Italia portando questa parte giovane e fresca all’interno del nostro stesso progetto. Abbiamo voluto realizzare dei contenuti diversi rispetto a ciò che si vede solitamente nelle aziende. L’idea era quella di raccontare Prima Domus sia come un vino assolutamente toscano, ma anche come un vino italiano, infatti come set sono state scelte anche altre città d’Italia.

Come state promuovendo Prima Domus?
Per il lancio abbiamo scelto una strada insolita. Essendo un progetto nato per le persone che ci seguono, abbiamo deciso di creare un wineclub. Le prime bottiglie, infatti, sono state messe in vendita in esclusiva per i membri iscritti al wineclub. Anche in questo caso abbiamo avuto grandi soddisfazioni dalla nostra community sia per quanto riguarda i numeri di iscritti sia per la vendita delle bottiglie. Un concetto già molto diffuso in America e che se approcciato bene può avere un grande potenziale anche in Italia. Stiamo poi facendo anche piccoli eventi per il lancio: non una presentazione usuale ma delle degustazioni alla cieca perché vogliamo che sia il vino a parlar da sé.

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