Paesi che vai vigneti che trovi. Chi l’ha detto che il vino non può crescere nel clima desertico del Sahara o ad alte latitudini come quelle norvegesi?
Le immagini a cui siamo abituati pensando ai vigneti sono distese collinari, terrazze montuose e pergole con grappoli pendenti. In giro per il mondo però ci sono vigneti particolari, che producono uve con climi estremi e terreni insoliti.
Domaine Dominique Auroy – Polinesia
A Tahiti, nell’atollo di Rangiroa nella Polinesia francese, nel 1992 è iniziato un progetto sperimentale di produzione vitivinicola. Sono stati infatti piantati tre ettari di vigna tra le palme di cocco. L’esperimento è stato portato avanti con successo, tanto che gli ettari hanno raggiunto quota sei. La spiaggia e il mare tropicale sono diventati così il luogo ideale dove produrre vino: sono ben 30mila le bottiglie tra bianco e rosé che vengono prodotte ogni anno, grazie alle raccolte biennali che avvengono ogni 5 mesi circa.
Nel 2008 sono arrivati anche i primi riconoscimenti: il vino di Tahiti bianco secco maturato in botte di rovere Millesimato 2006 ha ottenuto la medaglia d’argento al 14esimo Vinalies Internationales a Parigi. E se l’immagine di un vigneto tra i palmeti è già inconsueta di per sé, per avviare il processo di vinificazione le uve prodotte sull’isola vengono portate via a bordo di canoe!
Sahara Vineyards – Egitto
Sahara Vineyards è un progetto vitivinicolo situato vicino a Il Cairo, in Egitto, gestito da Karim Hwaidak. Con circa 600 acri di terreno coltivati e più di trenta varietà di uve prodotte, Sahara Vineyards è un’impresa straordinaria tenendo conto delle condizioni climatiche estreme del deserto. Le escursioni termiche giornaliere elevate possono infatti stressare le viti, la mancanza di precipitazioni, invece, rende necessaria un’irrigazione artificiale costante.
Ancora il terreno sabbioso, privo di sostanze nutritive essenziali per la crescita delle viti, costringe all’utilizzo di fertilizzanti e sostanze naturali per arricchire il suolo. Nonostante le sfide rappresentate dal territorio impervio, Sahara Vineyard coltiva anche uve internazionali come Cabaret Sauvignon, Merlot e Chardonnay, ma anche varietà locali e sperimentali.
Vinha de Maria Chaves – Capo Verde
Alle pendici del vulcano Pico do Fogo, a Chã das Caldeiras nell’isola di Fogo appartenente a Capo Verde, la Vinha de Maria Chaves è un esempio di viticoltura sviluppata in un ambiente vulcanico e semi-arido. La storia del vigneto è legata alla figura di Padre Ottavio che nel 2005 grazie al sostegno della cantina Adega de Monte Barro e alla concessione da parte del Governo di Capo Verde di 23 ettari di terreno, è riuscito a sviluppare un programma vitivinicolo per promuovere lo sviluppo occupazione locale e la formazione professionale dei contadini.
La combinazione del clima arido e del terreno vulcanico ha rappresentato una sfida per l’acclimazione della vite che tuttavia ha risentito positivamente della ricchezza di minerali del suolo, ideale per la produzione di uve di alta qualità. Le varietà coltivate includono vitigni autoctoni e alcune varietà internazionali adattate alle condizioni locali. Le uve coltivate conferiscono ai vini un profilo aromatico con una buona mineralità e complessità.
Altura Máxima – Argentina
Il vigneto più alto del mondo si trova a Colomé in Argentina. Non a caso si chiama Altura Máxima e si trova a circa 3.111 metri sopra il livello del mare. Il progetto che ha visto nascere il vigneto nel 2001 è stato sviluppato dalla famiglia Hess, una delle più celebri nel mondo della viticoltura internazionale, con l’obiettivo di esplorare i limiti della viticoltura ad alta quota e produrre vini di alta qualità. A rendere difficoltosa la coltivazione ad altitudini così elevate è l’intensa esposizione al sole durante le ore diurne e la notevole escursione termica durante le ore notturne.
Tuttavia, il terreno composto principalmente da rocce e sabbia, consente un drenaggio ideale per la coltivazione della vite, mentre il clima secco e l’aria rarefatta consentono di limitare l’utilizzo di pesticidi per una viticoltura più sostenibile. Ad Altura Máxima si coltivano principalmente vitigni come il Malbec, che è la varietà simbolo dell’Argentina dal sapore di frutti neri, spezie e note minerali, ma anche il Cabernet Sauvignon, il Pinot Noir, il Chardonnay e alcune varietà sperimentali.
Lerkekåsa Vineyard – Norvegia
L’azienda vinicola Lerkekåsa si trova in Norvegia, in una delle regioni più settentrionali del mondo dove si produce vino. Situata nel villaggio di Gvarv, nella contea di Telemark, a circa 59° 40′ di latitudine Nord, Lerkekåsa è uno dei vigneti più a nord in assoluto, operando in un ambiente che molti considererebbero inadatto alla viticoltura. L’azienda Lerkekåsa ha iniziato a produrre vino nel 2008, in una regione dove la viticoltura era praticamente sconosciuta. La sperimentazione delle diverse varietà di uva è stata essenziale per trovare quelle più adatte al clima rigido della regione. Le uve sono per questo spesso ibride, sviluppate per resistere al freddo.
Tra queste troviamo uve come il Solaris, un vitigno bianco che matura precocemente ed è resistente alle malattie, e il Hasansky Sladky, una varietà rossa nota per la sua tolleranza alle basse temperature. La viticoltura in queste condizioni richiede tecniche particolari che massimizzano l’esposizione al sole. Inoltre, le pratiche agricole devono tenere conto della protezione delle viti durante l’inverno, utilizzando coperture e altre tecniche per evitare danni da gelo. I vini realizzati dall’azienda sono bianchi, rosati e rossi, apprezzati per la loro freschezza, acidità e un profilo aromatico distintivo, caratterizzati da note minerali e fruttate.
Napoletana classe 2000, studentessa e aspirante giornalista. Adoro scoprire le culture attraverso il cibo e da buon appartenente alla Gen Z non posso fare a meno di fotografare ciò che mangio!