Scritto da 15:10 Wine News

Il Pinot Grigio che non t’aspetti di Piera 1899

L’Altro Pinot Grigio Friuli DOC 2022, la nuova etichetta della linea Terre Magre di Piera 1899, presentata lo scorso aprile al Vinitaly, rappresenta la fedele espressione del mosaico enologico delle Grave friulane.

Un territorio di grande biodiversità tra le province di Pordenone e Udine, a cavallo del fiume Tagliamento, dove l’azienda ha il suo cuore pulsante e dove, dal 2001, realizza oltre il 50% dell’intera produzione. Questa zona ha una specifica peculiarità è caratterizzata da terreni aridi, stepposi di origine alluvionale, detti, i magredi. L’elemento più caratteristico dei magredi sono i sassi chiamati in friulano claps che, essendo permeabili, fanno scomparire l’acqua che poi riemerge più a valle nella zona delle cosiddette risorgive.

Qui la vite ha trovato il suo habitat ideale: i bianchi ciottoli nei vigneti assorbono il calore dei raggi solari, proteggendo la pianta e favorendo una spiccata escursione termica stagionale, che favorisce un’ideale concentrazione di sostanze aromatiche nell’uva, dando così vita a vini particolarmente identitari dai grandi profumi ed eleganza. È da qui che nasce L’Altro Pinot Grigio Friuli DOC 2022, un vino speciale, in edizione limitata di circa 6000 bottiglie, proveniente da una vendemmia tardiva, sicuramente identitario e “altro” in tutti i sensi, che già solo al colore sorprende, una sorta di “orange” dovuto alla vinificazione e fermentazione sulle bucce, che permette di conservarne tutto il patrimonio aromatico e polifenolico.

Abbiamo avuto l’onore di provarlo in occasione di un pranzo estivo in abbinamento a un primo piatto di paccheri con pomodorini, cozze, peperoncini verdi e sul finale una grattugiata di pecorino. È un pinot grigio complesso sia a livello gustativo che aromatico, dalla spiccata mineralità e sapidità.

Il colore ha una bellissima tonalità che ricorda molto gli orange wine, tonalità ramata, “buccia di cipolla” per intenderci, è avvolgente e offre aromi di pompelmo rosa, buccia d’arancia e fiori d’acacia, si evolve poi con note più burrose e di nocciole. L’acidità ne bilancia la morbidezza, in bocca riempie il palato e tiene testa al nostro pacchero con le cozze. Il tutto viene completato da una sottile nota speziata, ovviamente derivante dal contatto prolungato con le bucce.
Sicuramente un vino con un’anima particolarmente intensa ma elegante, con una buona struttura e persistenza frutto della dedizione di Piera Martellozzo, dagli anni Novanta alla guida dell’azienda di famiglia, fondata da nonno Giovanni, nel lontano 1899.
Le scelte di Piera sono volte, fin dall’inizio della sua attività, alla tutela dell’ambiente: una delle prime cantine a credere nel biologico, Piera 1899 è stata infatti l’antesignana di una tendenza fondata su un modello di agricoltura sostenibile e su una filosofia rispettosa del territorio e attenta alle ricadute che l’attività produttiva ha sull’ecosistema.

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