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Interviste ai produttori: Mario Corrado dell’Azienda Agricola San Giovanni

A tu per tu con i produttori
5 domande a Mario Corrado

Mario Corrado, classe 1965, a 18 anni da  Salerno si trasferisce a Torino dove nel 1990 si laurea in Architettura presso il Politecnico. Fino al 1999 lavora come architetto progettista poi decide di cambiare completamente vita trasferendosi con la moglie Ida nel Cilento, e precisamente a Punta Tresino, luogo completamente incontaminato e isolato, per molto tempo senza energia elettrica e telefono, per vivere in simbiosi con la natura, per curare vigneti e uliveti piantati dal padre.

Il tuo vino del cuore tra quelli prodotti e perchè
Il mio vino del cuore è il Tresinus, un Fiano in purezza, biologico, in cui si sente il mare. Noi produciamo solo vini cru e il Tresinus viene dal primo vigneto impiantato da mio padre, quando io avevo 14 anni e lo accompagniamo sempre per seguire le operazioni di impianto. È stato così che ho iniziato ad appassionarmi alla viticoltura ed innamorarmi del luogo magico che è Punta Tresino

Il vino che vorresti produrre
Il vino che vorrei produrre è il vino della condivisione. Normalmente il buon vino, oltre a ad emozionarci, ripescando nella memoria sensoriale precise esperienze, unisce gli animi nella convivialità ma il vino della condivisione è il vino che quando regali una bottiglia o la apri con gli amici scopri magicamente il sentire della condivisione come manifestazione dell’amore incondizionato che alberga sopito in ogni persona e ti rende consapevole che non è importante quanto si condivide, ma la qualità del sentire che la condivisione nutre. Ne condividerei i segreti enologici con ogni produttore per contribuire alla metamorfosi del genere umano, unica chances di sopravvivenza dello stesso sul pianeta. Sarebbe come un virus buono che andrebbe dolcemente a far fiorire l’attuale sistema basato sul profitto, trasformandolo nella sua più naturale alternativa e sciogliendo magicamente ogni nodo di questa gigantesca sovrastruttura in cui ci ritroviamo a vivere.

Un aneddoto della tua vita in azienda che ti ha segnato in modo particolare
Ce ne sono talmente tanti vissuti con la mia compagna di vita Ida per la quale provo profonda gratitudine e senza la quale non sarei ora quello che sono, e i nostri tre meravigliosi figli Alice Luna e Marco, che nella indecisione scelgo di raccontare l’ultimo in ordine cronologico. Questa estate, un pomeriggio di fine agosto, penso a quanto sarebbe stata utile una persona in più per la vendemmia. In questo preciso istante squilla il telefono. È Alessandro, un ragazzo che ha sbagliato numero. Sta cercando di contattare un’altra azienda che ha adottato il sistema woofing. Gli chiedo di spiegarmi in cosa consiste. Lui mi spiega che si tratta di uno scambio ospitalità lavoro, secondo un preciso accordo. Gli propongo una alternativa. Io ti ospito, perché questo è il tuo bisogno e sento di soddisfarlo, a prescindere da quello che fai per me. Se e nella misura in cui provi gratitudine mi aiuti. Tuttora è una esperienza meravigliosa per tutti noi.

Il momento del tuo lavoro che ami di più e perchè
Quando finisce la vendemmia, perché posso dedicarmi all’otium

Se non avessi fatto il vignaiolo cosa avresti voluto fare?
Sarei andato in giro per il mondo in barca a vela

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