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Food News. Lo chef Francesco Sodano alla guida di Famiglia Rana nel veronese

Lo chef campano Francesco Sodano vola al Nord per una nuova grande avventura: sarà infatti alla guida della brigata di cucina di “Famiglia Rana”, il ristorante della celebre famiglia di Giovanni Rana, a Vallese di Oppeano nel basso veronese, nella bella e incontaminata Valle del Feniletto.

Classe 1988, nato a Somma Vesuviana, provincia Napoli, Sodano subentra a Giuseppe D’Aquino e porta con sé tutto il bagaglio di esperienze maturate in Italia e all’estero: con Oliver Glowig all’Aldrovandi a Villa Borghese a Roma, all’Oracle a Los Angeles, a Londra al Galvin at Windows e all’Hilton ok Park Lane, al Club Annabel’s a Mayfair e all’Enoteca Turi, ai Quattro Passi di Nerano e al Pagliaccio di Roma sotto la guida di Antonio Genovese, che da sempre ama definire il suo “maestro”. La sua ultima sfida è stata a Pomigliano d’Arco con Is Pop, aperto nel 2022, con l’idea di realizzare una versione street food e popolare della sua cucina gourmet e raffinata. La chiamata di Gian Luca Rana, Ad del Gruppo Rana, è arrivata qualche settimana fa. Famiglia Rana ha aperto i battenti nel 2020, in piena pandemia, e la Stella Michelin è arrivata con l’edizione 2024 della celebre rossa.

Abbiamo incontrato Francesco Sodano per scoprire qualcosa di più di questa nuova avventura.

Cosa porti a Famiglia Rana, ci saranno prodotti che senti particolarmente tuoi, immancabili nella tua cucina?
Il mio intero bagaglio esperienziale viene portato nel Ristorante Famiglia Rana. Se poi parliamo di materia prima, allora posso citare il limone nero e la cera d’api, che utilizzo per le lunghissime frollature di carni come il piccione. Tra l’altro la cera è prodotta direttamente dalle nostre api, grazie alle 10 arnie che popolano il Feniletto, l’area naturalistica ricca di biodiversità di proprietà della famiglia, al cui interno c’è il ristorante; le stesse api che producono anche il nostro miele.

Abbiamo letto alcuni nomi di piatti e percorsi del nuovo menu e ci ha incuriosito “Ricomincio da Tre”, chiaro riferimento a Massimo Troisi. Ce lo racconti?
Il nome richiama il lungometraggio di Troisi, perché proprio come il protagonista del film, credo di aver fatto almeno 3 cose buone nella mia vita; quindi, ricomincerei da queste e non da zero. Si tratta del menù degustazione più lungo, 12 portate in 6 atti, che offre lo sguardo più completo sulla nostra cucina. È affiancato dal menù Contaminazioni e da quello Vegetale che dà spazio ai frutti dell’orto e a piccoli produttori.

Il Veneto ha una sua consolidata e forte tradizione gastronomica. Dobbiamo aspettarci una featuring veneto/campana nei tuoi piatti?
Piuttosto che i piatti, vorrei esaltare le materie prime del territorio, che ho scoperto in questi mesi prima dell’apertura del Ristorante. Dal pesce di fiume agli ortaggi, la zona del veronese è ricca di piccoli e medi produttori illuminati, che lavorano con materie eccezionali, in biologico se non in biodinamico. Alla terra veneta è dedicato anche il nostro grande orto dietro il ristorante, che sto curando personalmente con l’agronomo e che spero inizierà a dare i suoi primi frutti in primavera. 

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