Scritto da 11:22 Napoli

Napoli, 10 indirizzi da bere (per esorcizzare serate fredde e lente)

Come esorcizzare il dopolavoro di un tempo pigro e freddo e le sere lente.

Tra online e offline, organizziamo l’onlife e godiamoci la compagnia di un’amica, il boyfriend o un collega: scegliamo il miglior relax cittadino a un tavolo o al banco tra un calice, un cocktail e un finger. Hashtags: drink, friends, smile, tete-à-tete, gossip, leisuretime, napoli. Ed ecco qualche dritta in Partenope. 10 indirizzi, tra novità e irrinunciabili.

1.Start nel salotto napoletano di Chiaia: passaggio benaugurale al Bloom, dove si può iniziare con un calice di rosso o rosè per accompagnare una slice di casatiello o frittata di pasta! Fresco fresco in via Cavallerizza, è il bistrot bar vinta-chic di John Ross (aka Carmine Fuorvia) tra drink tradizionali ed etichette only for winelovers.

2.Il Tools è un giovane premium bar a un passo da piazza del Gesù: è qui che ogni pomeriggio e sera i 30-60enni napoletani, memori dell’iconico Smove di Chiaia, amano rincontrarsi con gli stessi storici conduttori, che stavolta hanno optato per un design soft underground e il tributo artistico e sociale dell’art-designer Marianna Vittorioso from London. «I nostri Negroni, sbagliati o twist sono una garanzia!», parola di patròn Mario Cirillo.

3. L’Avantgarde in via Cisterna è la new entry in casa Pone: per ape o dopocena musicali, due piani e un piccolo dehor dal design austero e retrò. Drink suggerito? Un whisky sour aromatizzato al pistacchio con cialda di riso farcita di foam al pistacchio salato, realizzato con scotch Politician e pasta di pistacchio: chiedetelo a Maurizio il bartender!

4. È al Never Mind di Coroglio che la sera può allungarsi e conquistarci: tempio dei live, è un po’ casa dei nostri musicisti o le jam session più amate tra Mister Hyde, Roberto D’Aquino, Helen Tesfazghi, Filippo Arpaia e Marco Fasano. Qui le grandi birre italiane e internazionali o i long drink più heavy rotation.

5. In passeggiata Colonna alle spalle di piazza Amedeo si trova il Blue Turtle, un piccolo jazz bar fatto di musica, da ascoltare live o acquistare su vinile (vedi tanti listening bar d’Europa): come un kissaten nipponico, è una delle quattro caffetterie napoletane dove si può sorseggiare uno specialty coffee (100% arabica e meno tostato rispetto ai caffè commerciali), ma a sera un Conte a Napoli (twist di negroni con sentori di caffè) o un Espresso Tonic.

6. Nel dedalo dei baretti di Chiaia si fa sosta alla Fesseria per un incontro in relax e un aperitivo defaticante. 40 posti a sedere e una play room experience, è il bar come luogo di aggregazione e socialità con un ambiente assai informale che strizza l’occhio alla street urban culture (anche nell’arredo e le installazioni neon). “Faccia Gialla” è il main cocktail ed è dedicato al santo patrono: base gin, miele, infuso alla camomilla, chartreause giallo e limone.

7. Poi c’è L’Antiquario, situato nella via storica degli antiquari, manco a dirlo. Per entrare bisogna suonare il campanello: inconfondibile stile classico con divani red velvet e parati William Morris, sottofondo swing, per la coppia giovane al primo appuntamento o il gruppo di colleghi post lavoro. Con Alex Frezza, mixologist fuoriclasse, è già da qualche anno nella classifica dei World’s best 50 bars.

8. Il Drugstore Napoli a via Costantinopoli è un imperdibile passaggio visionario tra vintage e collectible in «una capsula del tempo senza troppe nostalgie e in continuo movimento: aperitivi o meglio “intrattenimenti fugaci”, bombe di sapore, vini sinceri e cocktail intramontabili, una passione smodata per gli amari sia ricercati che autoprodotti», secondo la definizione di patròn Mario Avallone.

9. Il Riot Concept Store al Vomero ovvero arte, musica e moda su più piani; vinili, arredo d’interni, piante e capi Heritage nell’underground, salotto per collezioni private di fotografi o artisti al piano superiore, mentre al piano fronte strada l’imponente banco bar con le vetrate sul quartiere collinare dello shopping, ambiente cosmopolita con fashion, art & music lovers. «Vendiamo qualsiasi cosa ci ispiri, viviamo d’idee e sopravviviamo grazie agli artisti: in questo siamo i primi in Campania e forse in Italia, come nel 2019 ci ha descritto il New York Times in quanto avanguardia di questo genere».

10. Fuga dal centro città per un’ultima tappa. Ai Campi Flegrei l’Akademia è una zattera incantata sospesa sul lago Lucrino. Regno di Gennaro Ranieri è il signature cocktail desk, da cui come un alchimista d’altri tempi si destreggia in tailored drink e twist stagionali che dialogano con gli appetizer dalla cucina, come il “Negroni Affumicato” (doppia base whiskey, torbato & single malt, poi affumicato) con la mozzarella croccante e tataki di tonno di chef Orazio di Fusco.

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